Il mondo è pieno di gente che sta a casa – 2

giovedì 2 Agosto 2012

Allora continuiamo questo diario delle vacanze che sto a casa a lavorare tutto il mese di agosto a scrivere un romanzo e a finirne anche un altro e non solo, il mese di agosto, anche la fine del mese di luglio. Per esempio il 30 di luglio, di sera, intanto che mi preparavo a finire il primo romanzo che devo finire, sono andato sul sito della rai www.rai.tv e mi son messo a sentire le olimpiadi, senza guardare, solo sentire, e intanto che sentivo cercavo il file del romanzo che devo finire che si intitola La banda del formaggio che parla di ladri che è vero che sono dei ladri, ma son tanto simpatici.
Allora dopo a un bel momento cosa sentivo? Sentivo che un commentatore italiano del nuoto, quando premiavano il nuotatore francese Yannick Agnel, che aveva vinto la medaglia d’oro, per commentare la cerimonia di premiazione, questo commentatore diceva: «Personaggio strano, questo Agnel, gli piace leggere».
In realtà non diceva «Gli piace leggere», diceva «Ama leggere», che però a me è un uso che mi fa un po’ senso, l’uso del verbo amare così generalizzato, tipo «Amo il parmigiano reggiano», o «Amo la pizza napoletana». Con tutto il rispetto per la pizza napoletana, e, ci mancherebbe, anche per il parmigiano reggiano, però, a parte quello, a parte la pizza napoletana, e il parmigiano reggiano, quello che volevo dire, che per i commentatori Rai, ho scoperto, se uno gli piace leggere, è un personaggio strano, invece se gli piace il nuoto agonistico è normalissimo.
Che io, che incontro prevalentemente della gente che gli piace leggere, non so, mi è sembrato stranissimo, quel commentatore Rai che non so di preciso come si chiama mi perdonerete l’imprecisione.
Dopo, sono riuscito finalmente a aprire il file del romanzo che devo finire, era tutto il giorno che ci provavo, non ci ero ancora riuscito, in tutta una giornata che è lunga, una giornata di 24 ore, solo che, a questo proposito, una cosa che a me sembra vera l’ha detta Bukowski che una volta, quando gli han chiesto cosa serve per scrivere, lui ha risposto che per scrivere servon due cose «Una macchina da scrivere, e una sedia, delle volte è difficile trovare la sedia», ha poi detto Bukovwki, e infatti io il 30 di luglio, che è stata una lunga giornata di 24 ore, la sedia l’ho trovata alle ore 22, cioè c’eran state 22 ore che non l’avevo trovata. Comunque poi dopo ci sono riuscito. E ho scritto un po’, un paio d’ore, e poi sono andato a letto che ero d’un contento, che scrivere i romanzi, se non li scrivi no, ma se li scrivi è d’un bello che non si riesce a spiegare. Anche il nuoto agonistico, mi immagino, ma anche i romanzi, secondo me. Ero così contento. C’era solo una cosa, che mi disturbava, il fatto che il giorno dopo, oltre a dover finire questo romanzo La banda del formaggio che parla di ladri che è vero che sono dei ladri, ma son tanto simpatici, dovevo anche scrivere il diario per il foglio. “Che due maroni”, ho pensato io l’altra notte prima di addormentarmi. Allora il giorno dopo, il 31 di luglio, che per voi che leggete penso sia ieri, la prima cosa che ho fatto, al mattino, prima ancora di andare a correre (mi son messo a andare a correre), prima ancora di far colazione, ho scritto questo pezzetto che l’ho finito verso le otto del mattino che, avendolo finito alle 8 del mattino, mi restavano poi 16 ore che potevo cercare la sedia con tutta la calma di cui ero capace che io, nonostante le apparenze, sono uno che di solito si agita molto, non che la cosa sia interessante, a dire il vero, però a dire il vero è così, quindi.

[uscito ieri sul Foglio]