Il mochi di miglio

lunedì 29 Novembre 2010

Una volta creati lo spazio e il tempo, è facile scindere la coscienza in due parti, cioè l’Io e il mondo esterno. Anzi, non si può affatto dire che sia stato facile. È come se avessimo costruito il tempio del tempo e dello spazio per potervi collocare facilmente il soggetto e il mondo esterno una volta separati. Noi attendevamo con ansia che il tempio venisse costruito e gettavamo la coscienza per terra e poi la riafferravamo e la gettavamo per terra ancora una volta e poi un’altra, con la stessa foga con cui l’uomo che prepara il mochi di miglio lo riduce in parti sempre più piccole gettandolo nella farina di soia tostata.

[Natusme Soseki, Il mio individualismo, cit., p. 85]