Il dottor Magnavacca

martedì 26 Ottobre 2010

È difficile per uno di due, tre, quattro, cinque anni fare dei gran giochi, soprattutto in cui ci si muove, con una persona che è obbligata a stare sempre su una carrozzina a rotelle, soprattutto se in alternativa hai altre due persone che hanno ancora l’uso completo delle gambe, perché per esempio, d’estate, su a Guzzano, mi ricordo quando il nonno mi portava a vedere il fosso, e a giocare coi girini, e poi anche a vedere la stalla, che le mucche sono un animale che mi è sempre piaciuto moltissimo, anche quando mio nonno mi metteva a cavallo di qualche mucca, e per esempio al fosso, o nelle stalle, ci andavo con mio nonno e con mia madre, e qualche volta anche con la zia Maria, che potevano camminare e gli piaceva camminare, mentre la nonna era bloccata sulla sua carrozzina a rotelle e quindi più di tanto era immobile, mentre della nonna io mi ricordo ancora bene invece, che per me doveva essere come una specie di piccola festa, quando veniva a casa loro il dentista, il dottor Magnavacca, e tutte le volte che veniva mi portavano a vedere, che si mettevano in sala, sul tavolo, e la nonna stava lì, tra il tavolo e la finestra, e questo dottor Magnavacca aveva tutta la sua strumentazione dentistica, ma portatile, messa lì sulla tavola, e usava spesso una fiamma, perché doveva avere un qualcosa come una specie di piccolissimo fornello a gas, e io stavo a guardare che questo dottor Magnavacca trafficava nella bocca della nonna Olga, e tirava fuori delle cose e usava i suoi strumenti, e li metteva in bocca alla nonna e poi li tirava fuori, e poi dava anche una sfiammata a qualcosa, e così sia.

[Ugo Cornia, Autobiografia della mia infanzia, Milano, Topipittori 2010, pp. 25-26 ]