Il destino

lunedì 21 Maggio 2018

Viktor Šklovskijб Gamburgskij sčët

Nel 1915 sulla rivista «Vzjal» Chlebnikov pubblicò delle proposte piene di ironico buon senso. Velimir suggeriva di numerare i pensieri generici come paragrafi o articoli di un codice di leggi. Sarebbe stato meraviglioso.
«Sessantanove» mi avrebbero gridato dal «Na postù», e avrebbe indicato qualcosa di sgradevole. «Centoventi», avrei risposto io per risparmiare tempo.
Anche le citazioni sarebbero state numerate.
Velimir proponeva anche di costruire delle case con strutture di ferro e con cassetti di vetro trasportabili. Ognuno avrebbe avuto diritto a una certa cubatura di una casa di una città qualsiasi.
È pensata bene.
La casa, la stabilità di residenza, il destino sono visti con il segno negativo.
Non c’è nulla di più malinconico del destino.
In campagna, se chiedete alla gente il nome del villaggio più vicino, spesso vi rispondono che non lo sanno, soprattutto le donne.
Il destino li ha fissati alla casa con il muggito di una mucca.

[Viktor ŠKlovskij, Il punteggio di Amburgo, traduzione di Maria Olsoufieva, Bari, De Donato 1969, p. 54]