Il bulbo oculare
Proverò a fare un esempio: posso fare riferimento al “senso della vista” solo dopo aver da un lato separato l’atto del vedere dal tatto o dall’olfatto, in virtù della differenziazione e dopo aver dall’altro lato identificato l’insieme di esperienze della coscienza che afferiscono alla percezione visiva. La coscienza dunque sperimenta questa sua divisione, collega quel tipo di percezione a uno strumento, ossia all’occhio e infine pensa che questo tipo di coscienza dipenda dal bulbo oculare. Se dunque si tratta di confondere temporaneamente la coscienza visiva con le operazioni dell’occhio, dovremo dire che prima, finché non si era completato il processo di differenziazione, la vista non doveva necessariamente concentrarsi al livello dell’occhio. forse anch’io molto tempo fa vedevo gli oggetti con tutto il corpo, li assaggiavo con la mia schiena. Credo che la specializzazione dei vari organi di senso si sia realizzata recentemente. Ma una volta che si dà inizio a questa divisione del lavoro, si perde elasticità. Forse chi ha avuto un tumore alla lingua non riesce più a mangiare col tallone e chi ha avuto la disgrazia di prendere la gonorrea non può più urinare con l’ombelico. Temo di essere stato inopportuno.
[Natsume Soseki, Il mio individualismo, cit., pp. 74-75]