I silenzi di Questa è l’acqua

mercoledì 16 Luglio 2014

Oggi comincia Questa è l’acqua, il festival sonoro della letteratura che ci sarà a Reggio Emilia da oggi a sabato prossimo, e io non so cosa succederà, ma credo che quello che succederà dipenderà dalla qualità dei silenzi.
Che è una cosa che mi è venuta in mente una volta che son stato a Roma a sentire tre ministri che presentavano il decreto sicurezza, e c’erano una cinquantina di giornalisti e di operatori televisivi, tra cui anche io, che li ascoltavamo, e dopo dieci secondi che questi cominciavano il loro discorso, non li ascoltava più nessuno, e faceva impressione, che delle persone che avrebbero dovuto essere potenti, usassero delle parole così deboli, così poco interessanti, così gergali, così insensate, così involontariamente comiche, in un certo senso.
Mi ricordo un operatore televisivo, che aveva i capelli lunghi, due o tre orecchini, una maglietta di Vasco Rossi e un tatuaggio con Romolo e Remo che prendono il latte dalla lupa, che quando uno dei tre ministri ha finito uno di questi discorsi, il più lungo, dei tre, quell’operatore televisivo ha detto, piano: «Ooh, là»; e noi, che eravam lì, abbiam riso tutti, ma piano, tra i denti, che i ministri, poveretti, non se ne avessero a male.
E io, mi ricordo, mi era venuto da paragonare questi discorsi che avevo sentito e la mancanza di attenzione che li aveva circondati con l’attenzione, la cura, la capacità di costruire dei silenzi profondi, attenti, che avevo sentito intorno ai discorsi belli che mi era capitato di sentire fare da degli scrittori. Perché a sentire leggere delle cose belle, quando son lette da della gente brava, intorno si crea un’attenzione che sembra che cambi lo spazio, sembra che cambi la natura fisica del posto in cui ci si trova, allora io, se devo dire cosa mi aspetto da questo festival sonoro della letteratura, mi aspetto dei bei silenzi, mi vien da pensare.