I malcontenti

giovedì 29 Ottobre 2009

Sto lavorando alla revisione di un romanzo che uscirà in febbraio, metto qua sotto il capitolo 45, che non so se, nella stesura definitiva, ci sarà ancora, e non so se sarà ancora così, e quasi sicuramente non sarà più il capitolo 45.

45.

Giovanni una volta, eravamo sul mio balcone, a fumare, era sabato, e sotto di noi abitavano dei filippini, in una specie di corte che c’era sotto ai nostri balconi, e c’è ancora, e al sabato organizzavano delle feste, frequentatissime, sembrava che tutti i filippini della provincia si fossero trasferiti lì con tutte le loro chitarre; era un po’ fastidioso, anche, se uno aveva da lavorare, ma era bello, anche, da guardare dall’alto, e Giovanni quella volta lì, indicando i filippini, mi aveva detto che secondo lui, la letteratura, non era democratica affatto.
Perché adesso, aveva detto, cioè per esempio quel libro, che io ho cominciato, a leggerlo, come si chiama, quel libro dei guanti, di Philip Roth.
Pastorale americana? gli avevo chiesto io.
Pastorale americana, mi aveva detto lui, non son mai riuscito a finirlo, non voglio dire che non sia bello; io voglio dire che se Roth invece di essere americano era filippino, se scriveva per esempio Pastorale filippina, ecco secondo me un libro del genere non ci arrivava, nella nostre librerie.
No, mi aveva detto Giovanni, la letteratura non è democratica; invece la scienza, mi aveva detto, adesso io non ne so tanto, ma secondo me, se un filippino fa una scoperta importante, inventa per dire il vaccino contro l’Aids, nelle nostre farmacie quella scoperta lì ci arriva subito anche se l’ha scoperta un filippino.