Ho fatto così

lunedì 2 Settembre 2013

L’altra sera, quando, poco dopo le otto di sera, sono arrivato al Campo Volo di Reggio Emilia, dove c’era la festa del Pd, e alle nove doveva esserci Matteo Renzi, la prima cosa che ho pensato è stata “Ma cosa son venuto a fare, io, qui?”. Comunque non ho detto niente, ho preso un programma, ho visto che il dibattito con Renzi ci sarebbe stato alla tenda grande, ho guardato dove poteva essere la tenda grande, ho visto che c’era un sacco di gente seduta davanti a un palco, all’aperto, ma più di mille, mi sono avvicinato, ho chiesto a un signore seduto «Ma è qui, Renzi?», «Sì», «Ma non doveva essere nella tenda grande?», «No, quella è per i dibattiti piccoli. Ma adesso lei come fa, che son venute a meno tutte le seggiole?», «Eh, magari sto in piedi», ho detto. “Così se mi stanco vado a casa prima”, ho pensato, e ho cominciato a girare per la festa, a guardar cosa c’era, c’era lo stand Pittori emiliani contemporanei, c’era la libreria, c’era lo stand dell’Avis, c’eran dei ristoranti, con davanti delle file che bisognava aspettare delle mezz’ore, anche la pizzeria La Margherita, anche lo stand Il panino, solo che io dovevo sentire Renzi sono tornato indietro ero appena arrivato al palco che una voce femminile si è diffusa sopra le nostre teste, di noi che eravamo lì, ha annunciato che il dibattito con Renzi sarebbe cominciato alle nove e quarantacinque, che io, tra me e me ho pensato “Ma io, cosa son venuto a fare, qui?”, ma non ho detto niente, sono andato a cercar da mangiare mi son messo in fila allo stand Il panino un quarto d’ora dopo ero li che compravo un panino con il prosciutto crudo che quel giorno lì, venerdì 30 agosto 2013, era il giorno che un signore che si chiama Beppe Grillo aveva annunciato, sul suo blog molto seguito, che lui era stanco, e che smetteva di mangiare prosciutto di Parma perché, da quel giorno lì, il prosciutto di Parma che avrebbero fatto i prosciuttai di Parma, visto che avevano aperto l’inceneritore di Parma, sarebbe stato imbottito di diossina che era una cosa che a me mi sembrava un po’ strana perché io ci avevo lavorato, nei prosciuttifici di Parma, e sapevo che i prosciuttifici di Parma eran lontani, da Parma, ma decine di chilometri, a San Vitale Baganza, quelli dove avevo lavorato io, invece l’inceneritore era a Parma, vicino all’autostrada, però questa cosa l’aveva detto un signore che si chiama Beppe Grillo nel suo blog molto seguito, “Vuoi che se la sia inventata?”, mi ero chiesto, e intanto che c’ero avevo preso un panino con del prosciutto senza diossina, che chissà, in futuro, e mangiato il mio panino ero tornato verso il palco quand’ero arrivato mi ero fermato alla tenda Cerami davanti alla quale c’eran due cartelli che su c’era scritto; «La presentazione del film Musica leggera, anni di piombo, si terrà alla tenda Maccheroni»; «Ore 21, Proiezione del film Indignati americani». E stavo leggendo questi cartelli che una voce femminile si è diffusa sopra le nostre teste, di noi che eravamo lì, e ha annunciato che il dibattito con Matteo Renzi sarebbe cominciato alle 21 e 45 e che il libro di Matteo Renzi era in vendita alla libreria della festa. E io avevo pensato “Ma pensa”. Poi avevo pensato che se avessi scritto quella cosa dei prosciutti alla diossina, dovevo trovare un modo sottile di fare capire che mi sembrava una stupidata, quella cosa lì dei prosciutti alla diossina. “Come farò?” mi ero chiesto. Dopo avevo girato ancora un po’ per la festa, per far passare la mezz’ora che mancava alle 21 e 45, e in un modo o nell’altro quella mezz’ora lì era passata, e quando era una passata una voce sopra le nostre teste, di noi che eravamo lì, aveva annunciato che si scusava tanto, che sapeva che c’era gente che aspettava dal pomeriggio, ma Renzi aveva trovato traffico e stava arrivando, e io avevo pensato che fosse ancora in autostrada e mi ero detto, tra me e me, “Ma se andassi a casa?”, e stavo dicendomi così che ho sentito un applauso, ho guardato il palco ho visto che c’erano in tre, Matteo Renzi, Bianca Berlinguèr e un altro, che poi ho scoperto che era Roberto Ferrari, che credo sia il segretario del PD di Reggio Emila, che ha preso la parola lui ha detto che rubava solo pochi minuti e che ringraziava molto i volontari e che poi avrebbe dato la parola a Bianca Bèrlinguer, che io mi ricordo ho pensato “Bèrlinguer? Ma non si dice Berlinguèr? O Berlìnguer?”, e poi Ferrari ha detto ancora qualcos’altro che non mi ricordo, poi ha dato la parola quasi subito a Bianca Berlinguèr (o Bèrlinguer, che lui è il segretario del Pd di Reggio Emilia, forse lo sa meglio di me, diciamo Bèrlinguer), ha dato la parola a Bianca Bèrlinguer che ha detto, la prima cosa, guardando tutta la gente che c’era lì ad aspettare «Tutta questa gente riempie il cuore di speranza», e io ho pensato “Speranza?”, e mi è venuta in mente una cosa che avevo appena letto di Beckett che diceva che «La speranza non è che un ciarlatano che non smette di imbrogliarci; e, per me, – diceva Beckett – io ho cominciato a star bene solo quando l’ho persa. Metterei volentieri sulla porta del paradiso – continuava Beckett – il verso che Dante ha messo su quella dell’inferno: Lasciate ogni speranza ecc.», mi son ricordato, e dopo ho pensato, tra me e me “Vado a casa?”.
E ho fatto così, sono andato a casa.

[Dovrebbe essere uscito ieri su Libero]