Gogol’
Nel 1827 aveva scritto il brumoso poemetto Hanz Küchelgarten, sotto l’influsso dei romantici – fallimento totale. Storia del poeta sognatore Hans che abbandona la casa e l’amata Luisa e se ne va vagabondo, in cerca di ideali, ma poi si delude e torna nella sua cittaduzza, alla sua cara. Lo pubblicò nel 1829 a proprie spese con lo pseudonimo di V. Alov. Silenzio completo, poi un articolo critico, corto ma devastatore, sul “Moskovskij Telegraf” (Il Telgrafo moscovita”). Gogol’ e il suo servo si precipitarono nelle librerie, comprarono tutte le copie di Hanz e le bruciarono.
Così la carriera di Gogol’ cominciò come finì, con un autodafè, e nei due casi con l’aiuto di un servo obbediente, ma ottuso. Dopo l’insuccesso di Hanz, fece un precipitoso viaggio per mare a Lubecca e Travenmünde e Amburgo (nella sua carriera letteraria dopo ogni choc si affrettava a lasciare la città dove a quel momento abitava).
[Angelo Maria Ripellino, Gogoliana, in L’arte della fuga, Napoli, Guida 1987, pp. 190-191]