Fuori orario (2)

mercoledì 12 Novembre 2008

Il Fuori orario, io quando ci sono andato, mi immaginavo chissà che cosa, è il circolo Arci più grande d’Italia, credo, ci fan delle trasmissioni televisive, ci fan dei grandi concerti da più di dieci anni.
Cioè io per me, il Fuori orario, nella mia testa in Emilia era l’equivalente di quello che è il Billionaire in Sardegna, e io dovere conoscere uno dei fondatori non so come mai mi immaginavo di andare a cena insieme a Briatore.
Invece sono andato a cena insieme a Franco Bassi, che a guardarlo sembra una persona normale, con un lavoro normale, che al Fuori orario ci va solo di sera e quando ha tempo e che e passa le sue ferie a dare una mano a costruirne degli altri pezzi (in quel posto lì tutti gli anni ne aggiungono un pezzo) e che tra una cosa e l’altra ha trovato anche il tempo di scrivere un libro che a me è piaciuto molto dove racconta i dieci anni di vita del Fuori orario, che è una vita che è cominciata in un modo stranissimo.
Perché loro, Franco Bassi e gli altri ragazzi giovani di Taneto, i loro concerti li facevano nella piccola Casa del popolo di Taneto, in provincia di Reggio Emilia (98 soci Arci), dove al sabato «le note dei peggiori gruppi della zona animavano finalmente la casa con un po’ di gnocca.
I casi erano due: o gli anziani di Taneto erano stati graziati dal contagio della proverbiale saggezza o, al contrario, ne avevano talmente tanta che intuivano già che tante donne nella sezione del partito potevano portare solo guai.
Per anni quel luogo non ne aveva vista una… se si esclude la fugace apparizione di Orietta Berti, che una sera, prima del concerto, ci venne a pisciare. Il bello è che, pochi istanti dopo, a tutti i vecchietti venne voglia di andare dove era stata Lei, chissà…?, per mescolare i liquidi, forse… Saranno andati a sentirne l’odore /…/. Insomma, la sezione stava vivendo la più grossa lite dai tempi in cui Occhetto s’inventò di cambiare nome al partito. E qui non si trattava di politica: era un bell’e proprio scontro generazionale. Di quelli che quando li leggi sui libri non riesci a capire come sono fatti… beh, adesso ce l’avevamo davanti» (Franco Bassi, Fuori orario dentro l’anima, pp. 9-10).
Insomma alla fine, dalla Casa del popolo di Taneto, i giovani li hanno cacciati. Allora sette di loro se la sono legata al dito, han fondato il Fuori orario. Che è una cosa, pensarci adesso, che se i vecchi per caso non si arrabbiavano e non li cacciavano, il Fuori orario probabilmente adesso non c’era.