Florenskij

martedì 19 Luglio 2011

Non è dei simboli della realtà in quanto tale che narra il filosofo; egli mostra, bensì, quegli stessi simboli nel loro nascere dalla realtà. Egli non insegna, bensì esperisce la realtà al nostro cospetto. La dialettica è un esperimento ininterrotto sulla realtà per giungere nell’intimo dei suoi strati più profondi. Dice il Saggio: «Non si sazia l’occhio di guardare né mai l’orecchio è sazio di udire» (Ecclesiaste 1,8). La dialettica è la contemplazione mai paga della realtà e l’ascolto mai sazio della sua parola. Insinuandosi attraverso l’involucro della nostra soggettività, tra le pieghe ammorbanti del nostro spirito, il pensiero del filosofo è un pensiero vieppiù sperimentale, poiché lavora non sui simboli in quanto tali, ma tramite i simboli sulla realtà stessa.

[Pavel Florenskij, Stupore e dialettica, traduzione di Claudia Zonghetti, Macerata, Quodlibet 2011, p. 49]