Fare il bello
«Nel venire in qua, aveva cominciato Zambrelli, il tassista mi ha chiesto “Ma lei, ci crede a quello che legge sopra ai giornali?”».
L’avevo sentito parlare in pubblico un sacco di volte, Zambrelli – adesso, a pensarci, avevo l’impressione, quel periodo della mia vita, di avere sempre in mezzo ai piedi Zambrelli – e quando parlava in pubblico, Zambrelli, parlava sempre a braccio, e sembrava sempre che le cose che diceva gli venissero in mente lì, intanto che le diceva, e ci metteva sempre dentro delle cose che gli erano appena successe, «Nel venire in qua, il tassista mi ha chiesto “Ma lei ci crede a quello che legge sopra ai giornali?”».
Che era una bella fortuna, che il tassista gli avesse chiesto una cosa del genere proprio mentre lui stava per venire a un convegno sul giornalismo, solo che lui, a quel convegno sul giornalismo, il convegno era in Salaborsa, a Bologna, e lui abitata in via D’Azeglio, a Bologna, duecento metri dalla Salborsa, non c’era venuto in taxi, c’era venuto a piedi, e i giornalisti che l’ascoltavano lo sapevano quasi tutti, che non era venuto il taxi, ma nessuno si alzava a dirgli di smetterla di dire delle stupidate, anzi, l’ascoltavano tutti con un’attenzione che sembrava che gli piacevano, le stupidate di Zambrelli, io certe cose proprio non le capivo.
E anche quando, alla fine, siccome era stato un po’ lungo, era sempre un po’ lungo, Zambrelli, anche quando alla fine aveva detto, con un tono come si scusasse della sua lungaggine, che poteva compromettere la riuscita del convegno, «Ancora due cose, velocissimamente», aveva detto, che era tipico suo, di Zambrelli, che l’aveva detto senza considerare che uno che cerca di dire le cose più velocemente possibile, non dice «velocissimamente», dice, al limite, «velocemente», che è più veloce, di «velocissimamente», o dice, meglio, «presto», che è più veloce, di velocemente, o dice, meglio ancora, «dài», che è più veloce, di «presto», o non dice, meglio di tutto, niente, che è la cosa più veloce in assoluto, ecco, sì, se Zambrelli avesse veramente avuto a cuore la riuscita dei convegni cui partecipava, primo tra tutti quel convegno lì sul giornalismo fatto con i droni che c’ero andato anch’io all’inizio della nostra vicenda, non avrebbe dovuto dir niente, solo che, a lui, a Zambrelli, non gli interessavano i convegni a cui partecipava, a lui interessava fare il bello, come diceva Togliatti.
[Da Fare pochissimo]