Fallimento di un repertorio

martedì 14 Ottobre 2008

L’altro giorno, a Volterra, abbiamo parlato di Joseph Roth, e dei suoi romanzi dove Roth descrive l’impero austroungarico proprio nel momento in cui sta finendo; è come se lui descrivesse una cosa che gli stanno togliendo da sotto i piedi, e abbiamo parlato del fatto che anche noi, in un certo senso, viviamo in un momento in cui il mondo ci sta come cambiando sotto i piedi, solo che noi non abbiamo un nome preciso per chiamare il mondo che ci stanno togliendo da sotto i piedi, e ci siam messi d’accordo di chiamarlo anche noi impero austroungarico, e queste cose che stanno sparendo, gli esempi che sono saltati fuori a Volterra eran sempre gli stessi, il telefono a gettoni, il barbiere che si chiamava barbiere, la pettinatrice, i bar dove c’era il telefono a gettoni e verso le undici cominciavano a telefonare le mogli arrabbiate che volevano indietro i loro mariti.
Poi dopo di sera, o il giorno dopo, con una mia amica abbiamo parlato degli occhiali infrangibili, e ci sono venuti in mente i bicchieri infrangibili che sono anche quelli, della roba da impero austroungarico, e poi stamattina, in bicicletta, in via Battindarno, nella mia testa ho provato a fare una piccola lista, di questi oggetti austroungarici, e son saltati fuori:
gli uffici postali (com’erano allora),
i ristoranti nelle stazioni (quelli con le tovaglie e le posate che ci si sedeva),
la citrosodina (forse c’è ancora),
la magnesia bisurata aromatic (forse c’è ancora),
i telegrammi,
i telefax,
la carta e le buste per la posta internazionale (quelle più leggere),
le macchine da scrivere,
i dischi in vinile con tutti gli apparati per farli suonare (giradischi, mangiadischi ecc),
le videocassette e le audiocassette e tutti gli apparati per farli girare,
i signori che, la domenica, suonavano alla porta per venderti l’Unità,
l’enciclopedia i 15,
l’enciclopedia Conoscere,
e quando è saltato fuori Conoscere mi sono accorto che stavo facendo la stessa cosa che ha fatto Matteo B. Bianchi con Mi ricordo, che ha ripreso quello che aveva fatto Perec con Je me souviens, che ha ripreso quello che aveva fatto Joe Brainard con I Remember.