Esistono?

venerdì 16 Luglio 2021

All’inizio della Donna di picche, racconto di Puškin pubblicato nel 1834, la contessa Anna Fedotovna, chiede a suo nipote, un giovane ufficiale di portarle dei romanzi. «Vuole dei romanzi russi?» le chiede lui. «Esistono dei romanzi russi?» risponde lei. «Portameli, caro, portameli!». Ai primi dell’ottocento, di romanzi russi, praticamente non ne esistevano, è solo con Puškin che comincia a diffondersi una letteratura in quella lingua così duttile e ricca che, per tradurre due parole, «Štòby opochmélit’sja», in modo che se ne capisca il senso, bisognerebbe scrivere: «Non sarebbe così gentile da darmi un po’ di rubli per comprare qualcosa da bere in modo che mi passi la fastidiosa sensazione di cui sono vittima oggi dovuta al fatto che ieri ho bevuto un po’ troppo, che ogni tanto mi capita?».

[Al Festival della mente di Sarzana, il 5 settembre, alle 18 e 30, clic discorso sulle le origini della letteratura russa]