Ell taramott

sabato 8 Gennaio 2011

In quell’estate del 1842, vi un eclissi di sole; Teresa e Alessandro lo videro da Brusuglio dov’erano andati apposta; lo descrisse Teresa a Stefano:
«Dunque la mattina dell’8 luglio 1842 eravamo preparati a Brusuglio dalla sera innanzi per alzarci alle 4½ come abbiam fatto. Il principio dell’eclissi l’abbiam visto sul viale de’ platani: la metà e la totalità, dalla collina. Papà aveva fatto dare un gran taglio al bosco che circonda la suddetta collina a sinistra, per veder bene il Monte Rosa, che in caso di cielo libero, doveva aver le cime illuminate anche nell’eclissi totale; di quelle povere care cime di piante ne fu fatto un massacro, con grand’allegria di tutti; ma il Monte Rosa come tutta quella catena di mondi se prirent à bouder la lune et le soleil et nous tous aussi; ils se drapèrent dans une écharpe de nuages, e addio monti!» – Quando cadde la piena oscurità Alessandro esclamò gridando senz’avvedersene: Oh! Dio grande, nella luce come nelle tenebre! – Quando poi la luce rinacque prese a batter e mani con gridi di – Bello! Oh bello! Oh magnifico! – Ma lui non sa d’aver fatto niente di tutto questo, tanto la cosa fu spontanea in lui: ho detto che Alessandro è stato l’espressione di tutta una popolazione, di quella milanese, almeno, la quale essendosi portata parte nelle piazze a piedi, in carrozza, a cavallo; parte sulle baltresche; chi sui campanili, sul Duomo, sui tetti, che tutti eran pieni d’uomini, donne, fanciulli (dico i tetti, pieni zeppi di donne e fanciulli!!) tutti diedero in gridi e batter di mani alo scomparire pieno, e ricomparire della luce. Nelle campagne poi si buttavan in ginocchio dicendo che era proprio la fine del mondo. A Brusuglio i ragazzi, che eran fuori a curar le loro vacche, si diedero a pianger forte gridando: – l’è chi al taramott!!, el taramott!!, il capinero seguitò sempre a cantare; l’usignolo invece fece quel suo cruu-cruu che fa quando s’allarma.

[Natalia Ginzburg, La famiglia Manzoni, cit., p. 186]