Eh

mercoledì 17 Giugno 2009

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La madre, purtroppo, non era ammessa. Quei quarantacinque minuti di attesa erano uno strazio, al punto che per sopportarli aveva perfino ripreso a fumare. Un vizio al quale aveva rinunciato da quasi sei anni oramai, dal primo giorno in cui la futura mamma aveva appreso che la sua bambina le stava crescendo nel ventre. Ma avrebbe volentieri sopportato qualsiasi sacrificio per lei, anche un cancro ai polmoni. La piccola aveva conosciuto l’inferno, eppure i medici non disperavano, con la dovuta assistenza, di poterla guarire. Sarebbe stato un lungo calvario ma ce l’avrebbero fatta. Quei dottori erano tra i migliori al mondo.

[Antonio Scurati, Il bambino che sognava la fine del mondo, cit., pag. 199]