E poi dopo basta

venerdì 28 Febbraio 2014

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Al consiglio comunale di Parma, nel mese di novembre dell’anno 2012, il consigliere comunale del MoVimento 5 stelle Alessandro Mallozzi ha proposto una mozione che riguardava l’introduzione, a Parma, dei condomìni 5 stelle, cioè condomìni dove la gente, invece di litigare, come si fa di solito tra condòmini, vanno d’accordo: si aiutano l’uno con l’altro, comprano un abbonamento unico per il wi-fi e poi lo usano tutti, ricominciano a parlare tra di loro, giocano a carte, fanno i turni per potare le piante, per zappare l’orto, che sono cose, per carità, come si fa a non essere d’accordo?, solo che è una cosa, la gentilezza, che non è che si può decidere con una delibera del consiglio comunale, avevo pensato quando avevo sentito questa proposta al consiglio comunale di Parma.
E poi mi ricordo che avevo pensato che era molto strano che il consigliere Mallozzi avesse usato il nome «Condomìni 5 stelle», e mi era venuto da chiedermi cosa sarebbe successo se un socialista, negli anni ottanta, avesse proposto i condomìni del Partito Socialista, o un socialdemocratico i condomìni socialdemocratici, o un democristiano i condomìni democristiani, o un comunista i condomìni del Partito Comunista, o uno di Democrazia Proletaria i condomìni di Democrazia Proletaria, o uno del Partito Democratico della Sinistra i condomini del Partito Democratico della Sinistra; gli avrebbero riso in faccia, probabilmente, a uno che avesse fatto una proposta così, invece la proposta dei condomìni 5 stelle del consigliere Mallozzi, al consiglio comunale di Parma l’hanno approvata all’unanimità, nel mese di novembre del 2012.
E a me, ma probabilmente per via del fatto che politicamente sono un po’ ingenuo, era venuto in mente che, al di là della distanza linguistica e della incomprensione del modo di operare di questi operatori del MoVimento 5 stelle, probabilmente, mi era venuto in mente, questi operatori erano mossi dalle migliori intenzioni, e mi ero ricordato il monologo di un autore italiano del novecento che metteva in scena un personaggio che si chiamava Ruggero che diceva così: «Mi chiamo Ruggero, e sono un esponente della comunità dei figli dell’amore eterno. Per figli dell’amore eterno si intende un sacco di ragazzi, no?, un sacco simpatici che hanno fatto un certo tipo di scelta, la scelta dell’amore. La nostra vita consiste praticamente nel dare amore agli altri, no?, cioè, mettendocela proprio tutta, no?, e nel vivere in aperta campagna a contatto con i boschi, con i prati, con l’erba, con gli uccelli, cioè con tutta questa gente qua, no? Come potete vedere noi viviamo in questo tipo di tenda, no?, che è un sacco umida e un sacco povera, ma non è che noi lo facciamo così per fare gli snob per fare i fricchettoni figli di papà eccetera, no?, cioè noi lo facciamo per dimostrare alla gente, no?, che si può vivere con un minimo di adattamento, cioè senza tante pretese, capito?
Cioè praticamente la nostra vita comincia così la mattina, cioè noi ci svegliamo un sacco presto, verso le nove un quarto, nove e mezza, no? Facciamo subito colazione, no?, e subito dopo ci mettiamo in marcia, no?, per reperire i propri cibi necessari al nostro sostentamento, no? E mentre le ragazze provvedono alla raccolta dei frutti naturali della terra, tipo carciofi, insalata, fagiolini, piselli, cioè tutta roba vegetariana un sacco buona, no?, noi ragazzi invece provvediamo alla caccia, e siamo un sacco bravi a sparare col fucile. Infatti capita spessissimo che la sera torniamo con dei cesti proprio carichi di cacciagione, no?, un sacco di tordi, quaglie, fagiani, qualche leprotto, qualche scoiattolino, no?
Ora, molta stampa un sacco tendenziosamente un sacco faziosamente, ha scritto che noi siamo un’associazione paramilitare, no?, cioè che usiamo le armi a scopo offensivo, mentre invece questo qua credetemi, è falsissimo. Noi usiamo le armi, ma per difendere i poveri che come la storia ci insegna, vivono sempre emarginati dalla società in cui noi viviamo, e quindi in un certo senso, no?, è nostro compito così doverli difendere, no?, perché loro, veramente, ti giuro, guarda, ci hanno un sacco di volte delle noie con bestie feroci tipo lupi orsi faine volpi, capito? Cioè è un compito di carità il nostro, un compito d’amore, capito?».

[Mo mama, pp. 211-214]