Due parole su Daniil Charms
Leggo in un articolo sul Corriere nazionale (qui) che io avrei tradotto il Quaderno azzurro di Charms e gli avrei dato il titolo Disastri, mentre in originale si intitolava Casi; non è la prima volta che lo leggo, solo che a me sembra che il Quaderno azzurro di Charms in originale si intitolasse Quaderno azzurro, e mi sembra di non aver tradotto il Quaderno azzurro, che contiene, se non ricordo male, trenta operette (di poche righe ciascuna, una delle quali si intitola Casi), mi sembra di averne tradotte un centinaio, di operette, e di averle rimontate in alternanza con frammenti dei diari, di Charms, e mi sembra che nessun libro di Charms si intitoli Casi, in russo, sicuramente nessun libro assemblato da lui, ma ogni tanto mi vengon dei dubbi perché quando leggo di Charms, e in particolare di Disastri, non è la prima volta che leggo delle cose del genere. Poi, quando si parla di Charms, si dice, spesso (e anche in quell’articolo sul Corriere nazionale), che Charms è un pioniere del teatro dell’assurdo, e che Beckett e Ionesco lo citano spesso come loro maestro, e non si considera il fatto che, in occidente, i testi di Charms sono arrivati dopo il 1968 (e in Russia i suoi testi per grandi, diversamente da quelli per bambini, sono stati pubblicati ancora più tardi) e che, di conseguenza, è un po’ difficile che Charms sia stato il maestro di Beckett e Ionesco (Aspettando Godot è del 1948, La cantatrice calva del 1950). Ecco tutto.