Due momenti
Mi ricordo una volta ero nel campo con mio nonno, a Basilicanova, avrò avuto sei anni, accompagnavo mio nonno che piantava dei pali, pianta il primo palo, va bene, pianta il secondo palo, va bene, pianta il terzo palo, guarda se è in fila con gli altri con un occhio chiuso dopo si mette a cantare Massì che va, massì che va, massì che va, che va. Pianta il quarto palo, guarda se è in fila con gli altri con un occhio chiuso dopo si mette a cantare Massì che va, massì che va, massì che va, che va.
Dopo poi il gatto l’avevano operato gli avevan tagliato l’intestino che i cani gliel’avevano aperto Era pieno di vermi, mi aveva detto la veterinaria.
Ecco io quel momento lì, che ero nel campo con mio nonno che cantava Massì che va, è stato uno dei momenti più belli della mia vita.
Dopo poi li gatto gli avevan dato degli analgesici ogni giorno l’andavo a trovare i primi tempi non mi riconosceva. Aveva gli occhi grandissimi, ha gli occhi grandissimi, il mio gatto, aveva gli occhi giallo verdi ancora più grandi e come più densi e non mi riconosceva.
Dopo poi tutti i giorni si riprendeva. Dopo poi dopo quattro giorni l’ho portato a casa. Aveva il pelo tagliato e era pieno di punti, tutta la schiena senza pelo solcata di punti sembrava un gatto punk. Quattro giorni senza mangiare la prima volta che ha mangiato poi bisognava vedere se riusciva a cagare se riusciva scampava, se non riusciva era destinato a morire che il suo stomaco evidentemente non avrebbe più funzionato, così pieno di punti anche i condotti dentro lo stomaco.
Ecco io mi ricordo quando sono andato a vedere nella sabbia qualche ora dopo che aveva mangiato che ho trovato la merda di gatto, io mi ricordo sono entrato in casa gridavo Ha cagato il gatto, ha cagato il gatto, un altro dei momenti più belli della mia vita.
[Siam poi gente delicata, pp. 116-117]