Dovremmo trattarli con grande cura

giovedì 28 Febbraio 2013

Racconta il figlio: Questa trapunta simboleggia una parte consistente della nostra vita di famiglia, proprio come nell’Asia centrale e in Oriente dove i tappeti rivestivano lo stesso ruolo dei libri, della letteratura, con ricami che raffiguravano le tradizioni familiari e le leggende. Le storie, ad esempio sulla guerra, venivano narrate tramite oggetti e ornamenti. Questa trapunta si rifà a tradizioni antiche cercando però di mettersi al passo con la cultura moderna, ed è fatta con vari pezzi cuciti insieme: il cappotto di mia nonna, un maglione di mio fratello, la giacca di papà e scampoli di altre stoffe, anch’essi con una storia… c’è un’aura significativa in tutto questo, be’ almeno per me.
Mia madre mi ha regalato la trapunta, le avevo chiesto io di farmela. Guardi un pezzo di stoffa e pensi a una cosa ne guardi un altro e pensi a qualcos’altro, è molto organico. Penso che gli oggetti conservino l’aura del loro possessore, di una persona che magari non è più con noi; gli oggetti contengono informazioni, ce le offrono, ed entrano in armonia con altre persone. Credo che abbiano una vita indipendente e che anche noi dovremmo entrare in armonia con loro e trattarli con grande cura affinché ci restituiscano il favore.

(Galina Svistakova, Rjazan’ – Pezzi di cappotto, giacca, maglione e altre stoffe, filo)

[Vladimir Archipov, Design del popolo. 220 invenzioni della Russia postsovietica, Milano, Isbn 2007, p. 170]