Domani

martedì 24 Maggio 2022

Si è conservato il giudizio che di Ivan lo scemo ha dato il censore spirituale, l’archimandrita Tichon: «La fiaba di Ivan lo scemo – scrive Tichon – introduce l’idea che sia possibile essere zar senza un esercito, senza soldi, senza scienza, senza economia, senza zar perfino, o per lo meno con uno zar che non sia affatto diverso da un contadino; l’idea, cioè, che gli unici lavori utili e onesti siano quelli che fanno venire i calli. Qui, – continua Tichon – in questa fiaba, si ridicolizza il nostro modo di vivere: da un punto di vista politico (l’insensatezza degli eserciti), economico (il significato dei soldi) e sociale (il senso del lavoro intellettuale)».

[Mercoledì 25 maggio, a Milano, alle 18, alla Cooperativa La liberazione, in via Lomellina, 14, a Milano, con i traduttori Ruslan Chechelev, Arianna De Pilla e Chiara Lozito presentiamo La fiaba di Ivan lo scemo, di Lev Tolstoj]