Detto questo
Detto questo, non ci sarebbe molto altro da dire, sulla crisi, se non il fatto che uno che deve scrivere un libro sulla crisi e che, dopo aver scritto due paginette si accorge di non avere molto da dire, sulla crisi, be’ quella è una dimostrazione pratica di una delle crisi più frequenti e più banali che si possano immaginare, la crisi dello scrittore, riassunta in una figura classica della letteratura, e della cinematografia, anche, lo scrittore in crisi (c’è una memorabile battuta di Mastroianni, se non ricordo male, detta a Monica Vitti, se non ricordo male, in un film di Antonioni, se non ricordo male: «Io sono uno scrittore in crisi». La diceva così bene, Mastroianni, era così convincente, che sembrava che la sua condizione di scrittore in crisi fosse una condizione permanente, come se lo facesse di mestiere, come se sulla carta d’identità avesse scritto: «Scrittore in crisi», e sarebbe stato un mestiere comico e drammatico nello stesso tempo e, a pensarci, sarebbe stato proprio giusto che quello che faceva quel mestiere lì fosse uno che scriveva dei libri che son quelle cose che fanno ridere e piangere, mi sembra, quelli che vengon bene).
[Da La strategia della crisi, in preparazione]