Descrivetevi in cinque righe

martedì 3 Dicembre 2013

Da bambina, nutrivo la cieca convinzione che il colore dei miei capelli, così raro, antico, fosse il presagio di un destino speciale. Mi rigiravo una ciocca sottile tra le dita, controluce, la guardavo accendersi, crepitare di riflessi ardenti. Per guarire dall’infanzia mi c’è voluto un po’ di tempo. È stato necessario che mi arrampicassi fuori dall’epica casalinga dei racconti di mia madre, che s’era coltivata in grembo un pezzo di placenta marcescente per trenta maledetti giorni, dopo il parto, e cercava d’abbigliare d’un senso tutto quel travaglio.

[Giulia Marani, dal laboratorio del 30 novembre a Milano]