Dell’arte di accoppiarsi

sabato 21 Novembre 2009

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[Un racconto di Adrián N. Bravi dai testi per l’Accalappiacani (illustrazione di Timofej Kostin tratta da Restituiscimi il cappotto, di Adrián Bravi, Ravenna, Fernandel LDM, pp. 80-81)]

Nel mio quartiere, da un po’ di tempo a sta parte, la gente si accoppia come se niente fosse. Per esempio il mio dirimpettaio, lasciato dalla moglie perché una sera era uscito da casa e aveva chiuso la porta con le chiavi dentro, cosa che la moglie non glielo aveva mai perdonato e ogni volta che lo incontrava gli dava subito dell’imbecille, e anche i figli dicevano che avevano un padre imbecille, si era accoppiato con la maestra del figlio più grande che abitava a due isolati da casa sua, la quale a sua volta si era lasciata col marito perché questo voleva a tutti costi accoppiarsi con la giornalaia alla quale il marito, un tipo scorbutico che beveva indegnamente e la picchiava col bastone della scopa sulla schiena, aveva messo incinta una turista svedese, alta e soda come una valchiria, allora la giornalaia, che dopo le bastonate del marito le veniva da accoppiarsi con chiunque tranne che con lui, si era accoppiata col marito della sorella, bevitore anche questo ma più propenso alla melanconia che alle bastonate, e ci aveva fatto anche una figlia, moretta, tonda, una bambina che usava il congiuntivo già a due anni, sennonché, dopo la nascita della bambina, lui l’aveva lasciata per riaccoppiarsi con la sua ex, cioè la sorella della giornalaia, che si era lasciata, dopo una storia travagliata durata poco più di due mesi, con un infermiere che, secondo lei, non ci voleva stare più perché non alzava la tavoletta del water quando pisciava, ma, come molti avevano previsto, questo riaccoppiamento non era durato più di sei mesi, sicché il marito della sorella della giornalaia un giorno, mentre tagliava l’erba davanti casa, aveva conosciuto una rappresentante di concimi che si era trasferita nel quartiere e dopo un mese di frequentazione si erano accoppiati alla grande, ma lei, a quanto pare, era già incinta di un altro rappresentante di concimi, che copriva un’altra zona, il quale aveva lasciato questa rappresentante per accoppiarsi con un’altra rappresentante, ma di prodotti biologici la quale, a sua volta, aveva contribuito a scoppiare una coppia affiatatissima di erboristi, che dopo questa traumatica separazione, lei, l’erborista, si era accoppiata con un ex tossico che era uscito da una comunità, e di erbe se ne intendeva, mentre lui, il marito dell’erborista, dopo quella sbandata per la rappresentante di prodotti biologici, non voleva più saperne di accoppiarsi, allora un giorno era andato a trovare un amico caduto in depressione perché la sua compagna lo aveva lasciato per andare all’estero, e si erano accoppiati, sennonché, dopo un mese, la compagna dell’amico del marito dell’erborista era tornata dall’estero e si era riaccoppiata col suo compagno, a quel punto però il marito dell’erborista voleva farla finita con questo mondo appendendosi a un ramo, ma prima era andato a trovare il mio dirimpettaio, amico di vecchia data, che a sua volta si era lasciato con la maestra, e tra una chiacchiera e l’altra, si erano accoppiati anche loro, e per qualche tempo dopo, erano andati a comprare il pane insieme, si accarezzavano mentre facevano la fila e via discorrendo, ma poi, non si sa per quale motivo, un giorno si erano presi a cazzotti in mezzo alla strada, allora era intervenuto un vigile, che si era accoppiato a sua volta con la moglie del mio dirimpettaio, che dava dell’imbecille a tutti, anche al vigile aveva dato dell’imbecille, e lui, a sua volta, aveva dato dell’imbecille a lei e ai due figlioli, allora il mio dirimpettaio, che ai figli voleva bene anche se questi dicevano di avere un padre abbastanza imbecille, voleva buttarla a botte col vigile ma poi ci aveva ripensato e disse: “forse è meglio se lo denuncio”.