Dei filobus

martedì 8 Marzo 2022

L’altro giorno una ragazza mi ha scritto che tra poco si laurea in russo e che si vergogna; che, durante la discussione della tesi, vorrebbe chiedere scusa. Io le ho risposto che il russo è una lingua meravigliose e che studiare russo non è una colpa e che questo momento passerà e che sarà poi contenta, di tutta la fatica che ha fatto a impararlo. E di tenere duro. E mi son ricordato di un libro che ho scritto che parlava dei miei trent’anni di commerci con la Russia, e con la sua lingua, e che mi era sembrato potesse essere un libro sensato per una serie di motivi, tra i quali il fatto che su dei filobus di Leningrado io ho cullato la mia solitudine con una tenerezza alla quale solo in Russia, ho avuto accesso, e che gli incubi che ho fatto in Russia son stati più incubi che in qualsiasi altra parte del mondo in cui abbia dormito, e che il bere, in Russia, è stato più bere di quel che è bere in Italia, così come una biblioteca, in Russia, come la biblioteca Lenin di Mosca, o la Biblioteca Pubblica di Pietroburgo, è più biblioteca, delle biblioteche italiane, secondo me, ma io sono di parte, credo.