Dal conte Sforza
Sono cresciuta con principi morali molto solidi. Nata il 16 settembre 1918 a Reggio Emilia, avevo genitori onesti, mia madre soprattutto era una santa. Mio padre non ci faceva mancare niente, ci portava tutto, era molto stimato anche da gente nobile. Mia madre a quindici anni è andata a fare la cameriera a Milano dal conte Sforza. Era molto bella, volevano farla diventare un’artista, aveva un bel corpo e un bel viso e certe possibilità, ma lei era molto religiosa e non ne ha voluto sapere. È rimasta fedele al suo padrone che le ha insegnato anche a lavarsi le orecchie come se fosse stata una sua figliola e voleva che la sua figliola, professoressa Camilla, la trattasse come sorella, e quindi lei si è trovata benissimo in quella casa come se si fosse trovata coi suoi genitori, solo che lei aveva sempre nel cuore il suo paesello, che era in montagna a Casa Schiavino.
[Laura Bertozzi, in Alfredo Gianolio, Vite sbobinate e altre vite, cit. pp. 47-48]