Cose da pazzi

venerdì 20 Febbraio 2015

Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra, Roald Dahl

«Come lei può vedere, sulla mia macchina, avendo un coordinatore regolabile fra la sezione ‘memoria trame’ e la sezione ‘memoria parole’, sono in grado di produrre qualsiasi tipo di storia io desideri, semplicemente premendo il pulsante richiesto.»
«Sì, ho afferrato, Kinipe, ho afferrato. È tutto molto interessante, ma il riscontro, il riscontro…»
«Semplicemente questo, Mr Bohlen. Il mercato non è molto esteso. Ma noi dovremo essere in grado di produrre la cosa giusta al momento giusto ogni volta che vorremo. È solo una questione di affari, tutto qui. Ora sto esaminando la faccenda dal suo punto di vista: come una proposta commerciale.»
«Ma caro figliolo, davvero non può essere una proposta commerciale… non se ne parla neppure. Sa anche lei quanto costerebbe costruire una macchina come questa.»
«Sissignore, lo so. Ma con tutto il rispetto, credo che lei non sappia quanto le riviste pagano gli scrittori per un racconto.»
«E quanto pagano?»
«Fino a un massimo di duemilacinquecento dollari. La media, probabilmente è sui mille dollari.»
Mr Bohlen sobbalzò.
«Sissignore. È vero.»
«Assolutamente impossibile, Knipe! È ridicolo!»
«No, signore. È vero.»
«E lei se ne sta lì seduto a dirmi che le rivista pagano un uomo tutti quei soldi per… solo per scribacchiare una storiella? Dio del cielo, Knipe! Cose da pazzi! Gli scrittori devono essere tutti milionari!»

[Roald Dahl, Lo scrittore automatico, in Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra, Parma, Guanda 1996, pp. 42.43]