Cosa significa vivere in uno stato cristiano

sabato 23 Ottobre 2010

Nel Nuovo testamento il Redentore – Nostro Signore Gesù Cristo – così parla: «la porta è stretta; aspra è la via che conduce alla vita e pochi sono coloro che la sanno trovare». Ed ora invece, per rimandere in Danmarca, siamo tutti cristiani, la via è la più larga possibile, e soprattutto in Danimarca, giacché è la via per cui vanno tutti; perciò essa è comoda sotto ogni aspetto e la porta è larga quanto è possibile (giacché non v’è porta più larga di quella per cui posson passare tutti in massa): ergo, il Nuovo Testamento non ha più verità.
Sia dunque onore al genere umano! Tu, Redentore, tu hai avuto un’idea troppo meschina dell’umnaità, giacché non hai previsto a quale grado di sublimità, attraverso un continuo progresso, essa si sarebbe elevata.
Effettivamente oggi il Nuovo Testamento non è più verità, la via è piana, la porta è spalancata: siamo tutti cristiani. Ma io anzi voglio fare un passo più avanti, perché la cosa mi entusiasma (si tratta infatti di un elogio dell’umanità); io oso anzi credere che anche gli ebrei tra noi siano, almeno in un certo grado, cristiani, cristiani così come lo siamo noi tutti, che siamo cristiani in un certo grado, così come il Nuovo Testamento non è più verità, in un certo grado.
Non vogliamo certo dar false lodi alla grandezza dell’umanità; dobbiamo però cercare di non trascurar nulla che possa dimostrare o accennare alla sua sublimità. Io oso quindi fare un passo ancor più innanzi. Ma poiché mi mancano le conoscenze necessarie per aver sull’argomento una mia opinione decisa, io oso esprimere una semplice idea, lasciando ai competenti di giudicare. Non si scorgono, tra gli animali domestici, almeno tra i più nobili, come i cavalli, i cani, le vacche, i segni del Cristianesimo? La cosa non è affatto inverosmile. Si rifletta su cosa significa vivere in uno stato cristiano, in un popolo cristiano, dove tutto è cristiano e tutti sono cristiani, dove sempre e dovunque non si vedono che cristiani e Cristianesimo, verità e testimoni della verità! Non è affatto inverosimile che ciò abbia ad influire sui più nobili tra gli animali domestici, e che tale perfezionamento progressivo (che, a detta dei zoologi e dei preti, è la cosa più importante) si trasmetta alle generazioni successive.

[Sören Kierkegaard, L’istante, in Diario, cit., pp. 66-67]