Consonanze
Dicono che una volta lo scrittore russo Daniil Charms (Pietroburgo 1905, Leningrado 1942) avesse in mente di scrivere un racconto su un taumaturgo, cioè su uno che è capace di fare i miracoli, che per tutta la vita non faceva nessun miracolo, e dicono che poi, alla fine, Daniil Charms quel racconto non l’avesse scritto.
C’è uno scrittore norvegese che si chiama Joahn Harstad (Stavanger 1979), che ha scritto un romanzo che in italiano si intitola Che ne è stato di te, Buzz Aldrin (Iperborea 2008), il cui protagonista è uno che sa cantare benissimo e non vuole cantare, canta solo tre volte nella sua vita, la prima volta durante una festa in maschera dove lui è vestito da Buzz Aldrin (il secondo uomo a mettere piede sulla luna).
C’è un attore americano che si chiama Buster Keaton (Piqua 1895, Woodland 1966) che quando era piccolo suo padre e sua madre lo travestivano da vecchio, con la parrucca e la barba, e poi se lo tiravano da una parte all’altra del palco di attori girovaghi che avevano loro, dentro una compagnia dove faceva i suoi spettacoli anche il mago Houdini.
C’è uno scrittore italiano che si chiama Gianni Rodari (Omegna 1920, Roma 1980) che ha scritto una favola dove un certo punto un semaforo diventa blu e nessuno capisce cosa vuol dire.
C’è uno scrittore francese che si chiama Jean-Paul Sartre (Parigi 1905, Parigi 1980) che dentro un romanzo intitolato in italiano La nausea dice che non bisogna avere paura.
C’è un poeta che si chiama Velimir Chlebnikov (Chanskaja stavka 1885, Santalovo 1922) che ha scritto una volta che occuparsi di favole è una cosa dalla quale si può trarre un grande vantaggio.
P. N.
[Prefazione a Non c’è trucco, di Antonio Recupero e Cristian Di Clemente, Roma, Tunué 2010]