Conferenza sulla fine del nulla
All’inizio c’era un gran nulla al buio, ma da questo nulla al buio un bel momento era saltata fuori la Terra, cioè Gaia, cioè una femmina. Però poi Gaia ha fatto il cielo, cioè Urano, cioè un maschio e Urano stava sempre tutto addosso a Gaia, ma attaccato attaccato. A Gaia dava fastidio di aver Urano sempre addosso che non le dava un filo d’aria. E poi le stava sopra così attaccato che non passava neanche la luce e le faceva un’ombra totale, quindi Gaia stava sempre al buio. Per di più Urano, oltre a starle addosso attaccato attaccato, se la chiavava continuamente, senza mai smettere neanche un secondo. Infatti non glielo tirava mai fuori dalla figa e glielo lasciava sempre dentro. Gaia, a esser chiavata continuamente, rimaneva sempre incinta e faceva un figlio dopo l’altro, ma poveretta non riusciva mai a partorirli fuori perché Urano, visto che non glielo tirava mai via, le tappava la figa. E la cosa non si fermava. Ma ormai Gaia si era stufata perché c’aveva dentro già tutti i titani e i ciclopi e Urano contunuava ancora a chiavarsela continuamente. Allora aveva detto ai figli: Adesso basta, così non va avanti, qua va a finire che scoppio. Ma i suoi figli avevano tutti paura di Urano e tremavano. Tutti meno uno, perché Crono, anche se era il più piccolo di tutti non aveva paura, e quindi Crono aveva detto a Gaia: Allora mamma, cosa facciamo? E Gaia gli aveva detto: io adesso ti do un bel falcetto e tu glielo tagli al babbo. E Crono aveva detto: va bene mamma. Così Gaia, che nella figa c’aveva anche una piccola fonderia, aveva fabbricato un bel falcetto di acciaio per Crono e glielo aveva messo in mano. E Crono è andato nel punto della figa dove Urano ci teneva il cazzo, gliel’ha preso con la sinistra e con la destra Zac, glielo ha tagliato. Allora Urano ha fatto un gran salto indietro urlando Ahi, ahi, ahi. E tra gaia e Urano, visto che Urano si era fatto più su, c’è venuta un po’ di luce. E visto che non le tappava più la figa i figli son riusciti a venir fuori all’aria aperta. Così il nulla è finito ed è iniziato il casino.
[Ugo Cornia, Conferenza sulla fine del nulla, dal Convegno sul nulla]