Conciliare

venerdì 29 Maggio 2009

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“Spirito di Lenin, ci sei?”
“Chi sono quei due nuovi compagni?” rispose una voce quasi mascolina, che imitava abbastanza bene l’accento dei taxisti sarmati.
“Sono due compagni di un altro gruppo che desiderano istruirsi” rispose Mouillard.
“Sono del P.C.?”
Mouillard, ignorandolo, tacque. Ci toccarono col gomito.
“No,” disse Saxel.
“Perché?”
“È solo una questione di giorni.”
“Bisogna essere nel Partito, compagno, altrimenti non potete ascoltare i miei insegnamenti postumi.”
“Lo rimpiangerei molto,” mormorò Saxel.
“Silenzio!” rimproverò lo spirito. “Avete delle domande da farmi?”
“Certo, certo, vogliamo istruirci.”
“Oggi solo una domanda, compagni. Non ho tempo da perdere. Centinaia di altri gruppi attendono la mia parola. Su, parlate, compagni.”
“Mmh, mmh!”, fece Saxel.
“Compagno, è intimidito? Con i timidi non si fa la Rivoluzione. Se non è capace di fare una domanda, la faccia il suo amico. Ascolto.”
Ebbi un colpo al cuore. Non avrei mai osato aprir bocca. Saxel si decise:
“Come si può conciliare il materialismo dialettico con la fede nell’immortalità dell’anima?”
Un mormorio soffocato percorse la tavolata.
“Silenzio!” ringhiò ancora lo spirito. “Rispondo alla sua domanda, compagno. Lo spirito di Lenin le dice: le questioni filosofiche non possono essere delucidate che in una società senza classi quando gli espropriatori saranno espropriati. Rifletta su ciò, compagno. Compagni, ascoltatemi. Vi parlerò ora degli ultimi errori dell’Ebreo diabolico stregone nero Lev Davidovič Trotzkij.”
Si mise a recitarci un articolo dei “quaderni del bolscevismo.” Dopo dieci minuti, si interruppe di colpo.

[Raymond Queneau, Odile, tr. it. Grazia Cherchi, Milano, Feltrinelli 1985, pp. 59-60]