Casellanti

lunedì 17 Novembre 2008

Mi è arrivato un libro (inedito, per il momento) di Gianfranco Mammi, che si intitola Casellanti.
A me sembra che Casellanti prenda come modello le Opere complete di Learco Pignagnoli (un po’ come il Candido di Sciascia con il Candido di Voltaire) e che declini, se così si può dire, la lezione pignagnolesca, o pignagnolica, in un modo molto personale.
Il libro è diviso in tre parti: Italia settentrionale, Italia centrale, Italia meridionale.
Metto qua sotto delle cose che prendo dalla prima parte:

Casellante numero 1
La notte che è entrato in vigore l’euro, Stopazzoni dormiva.

Casellante numero 2
Un casellante di Bagnacavallo era sicuro di essere stato concepito da un marziano.

Casellante numero 5
Tutti amavano Ghidoni perché riusciva a dare il resto mentre leggeva la Gazzetta dello Sport.

Casellante numero 6
Chiodi andava in giro con un cane che aveva molta più voglia di lavorare di lui.

Casellante numero 7
Beppe Maraschi aveva una forma di allucinazione che gli appariva sempre Edward Luttwack.

Casellante numero 8
Panzini, tutte le volte che cercava di alzarsi dal letto, riceveva una spinta uguale e contraria che lo costringeva a sdraiarsi di nuovo.

Casellante numero 11
Pignatti aveva sempre la guardiola piena di uova sode.

Casellante numero 12
Un casellante di Biella, tra un pedaggio e l’altro, ci ha messo vent’anni ma ha scritto un libro bellissimo.

Casellante numero 15
Il casellante Severi, ogni volta che gli chiedevano dove si prende per Cadelbosco di Sopra, aveva come l’impressione di essere vivo.

Casellante numero 22
Un casellante di Fidenza era così pigro che per correre mezz’ora ci metteva un’ora.