Caffè

mercoledì 15 Febbraio 2012

Le belle donne, gli uomini d’ingegno e il caffè, ecco tre vittime costanti della calunnia e della maldicenza! Vi sono degli omaccioni grassi e tarchiati, onesti sensali di grano o fabbricanti di bottoni, che bevono come spugne, alla sera giuocando a tresette, e che hanno paura del caffè – per i loro nervi s’intende.
Vi sono delle donne che mangiano peperoni, bevono rosoli e liquori, ma si astengono prudentemente dal caffè – perché troppo eccitante.
O buon Francesco Redi, tu sarai stato una gran brava persona, pieno di spirito, ma non ne mostrasti punto quando ti sei lasciato scappare dalla penna questa eresia:

Io berrei prima il veleno
Di un bicchier che fosse peno
Dell’amaro e reo caffè

Sta forse in tuo favore la supposizione che non lo avevi mai assaggiato!
Per uno o due individui a cui il caffè produce disturbi nervosi di qualche rilievo, ne abbiamo centinaia che trovano nel caffè forza ed energia.
Io mi sono occupato moltissimo di questa questione domandando a tutti i vecchi che incontrai sul sentiero della vita se erano bevitori di caffè, e posso rispondere trionfalmente che quasi tutti lo erano in grado eminente. Già in fatto d’igiene io sto molto ai vecchi, perchè trovo nel medesimo tempo teoria e pratica dimostrazione e applicazione.
Ho conosciuto vecchi e vecchie d’oltre settant’anni che abusavano del caffè giorno e notte; non era probabilmente il caffè quello che li teneva in vita, ma certo il caffè non gliel’aveva accorciata.

[Paolo Mantegazza e Neera, Dizionario d’igiene per le famiglia, Milano, Scheiwiller 1985, p. 82]