Brutta copia di una lettera

martedì 22 Marzo 2011

Penso a te, spesso
talvolta entro in un caffè, mi siedo vicino alla porta, ordino un caffè
poso sul tavolino di finto marmo il pacchetto di sigarette, una scatola di fiammiferi, un blocco, il pennarello
giro a lungo col cucchiaino il caffè nella tazza (eppure non zucchero il caffè, lo bevo lasciando sciogliere una zolletta in bocca, come la gente del Nord, come i russi e i polacchi quando bevono il tè)
Faccio finta di essere preoccupato, di riflettere, come se dovessi prendere una decisione
In alto e a destra del foglio di carta, scrivo la data, a volte il luogo, a volte l’ora, faccio finta di scrivere una lettera
scrivo lentamente, molto lentamente, il più lentamente possibile, traccio, disegno ogni lettera, ogni accento, verifico ogni segno di punteggiatura (…)

Fuori c’è un po’ di sole
il caffè è quasi vuoto
due imbianchini bevono un rum al banco, il padrone sonnecchia dietro alla cassa, la cameriera pulisce la macchina del caffè

penso a te
cammini nella strada in cui abiti, è inverno, hai rialzato il bavero della tua pelliccia di lupo (…)

[Georges Perec, Specie di spazi, cit., pp. 66-67]