Brodskij

lunedì 30 Aprile 2012

La memoria, credo, è un surrogato della coda, che abbiamo perso per sempre nel processo della nostra felice evoluzione.

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Ma anche se uno scrittore è perfettamente attrezzato per imitare sulla carta le più sottili fluttuazioni della mente, lo sforzo di riprodurre la coda in tutto il suo splendore elicoidale è condannato al fallimento, perché l’evoluzione non c’è stata invano.

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Ci lasciamo intrappolare dalle nostre abitudini concettuali e analitiche – per esempio, dalla consuetudine di usare il linguaggio per sezionare l’esperienza, privando così la nostra mente dei vantaggi dell’intuizione. Perché, con tutta la sua bellezza, un concetto ben definito comporta sempre una contrazione del significato, una delimitazione che recide via tutte le frange. Mentre proprio le frange contano più di tutto nel mondo fenomenico, perché s’intrecciano tra loro.

[Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio, traduzione di Gilberto Forti, Milano, Adelphi 1987, pp. 40-41]