Biciclette

sabato 17 Luglio 2010

Avevo chiesto a Gianni Morandi se conosceva per caso l’ufficio postale di via Amoroso, non lo conosceva, l’unica cosa che poteva dirmi era che quell’avviso lì che avevo in mano l’aveva tolto lui dai campanelli e l’aveva appiccicato contro la mia cassetta delle lettere perché Con il vento, mi aveva detto, delle volte, quegli avvisi lì poi si staccano e allora ti saluto, mi aveva detto Gianni Morandi, e poi aveva scosso la testa come a significare l’insipienza delle poste italiane e intanto si era già rimesso a dare delle gran smartellate a una specie di Graziella blu con un sellino nero così grande che la bicicletta nel suo insieme sembrava deforme, sembrava il seggiolino di un Ciao, il seggiolino, e la bicicletta Graziella una specie di trattore a due route, e il ragazzo a ogni smartellata di Gianni Morandi non riusciva a non sbatter le ciglia per la paura, che son delle cose che quando uno è un ragazzo succedono a tutti, mi sembra, perlomeno a me eran successe, e quando mi eran successe che ero un ragazzo mi sembrava una cosa umiliante, mi sembrava il segno che non ero pronto a avere a che fare col mondo, avevo il dubbio che sarei rimasto sempre così, debole e molle e costretto a chiudere gli occhi nei momenti difficili.