Bandello

lunedì 26 Marzo 2012

L’abate, che aveva chiesto un mese di tempo per poter realizzare il suo concerto, compra trentadue maiali di varie età, scegliendone otto per tenore, otto per basso, otto per soprano e otto per alto. Poi costruisce uno strumento con i tasti al modo di un organo, con lunghe asticciole di rame in cima alle quali vengono fissati in modo precisissimo certi ferri con una punta acutissima che, a seconda di quale tasto venga toccato ferisce il porcello prescelto, facendolo urlare, e da questo ne risultava una meravigliosa armonia, avendo egli in modo ordinato fatto legare i porcelli sotto una gran tenda, cosicché non potevano non esser punti ad ogni tocco della tastiera. L’abate prova cinque o sei volte il suo concerto, e trovando che gli riusciva benissimo, invita il re entro quattro giorni a venire a sentire la musica porcellina.

[Matteo Bandello, La musica porcellina, riscritta da Ugo Cornia, in Novelle stralunate dopo Boccaccio Riscritte nell’italiano di oggi, a cura di Elisabetta Menetti, Macerata, Quodlibet 2012, pp. 50-51]