Automaton

martedì 24 Agosto 2010

deleuze

I passaggi su idea e affetto sono contenuti nella parte II e III dell’Etica. Spinoza vi tratteggia una specie di affresco geometrico della nostra vita che trovo molto, molto convincente. Dice a caratteri cubitali che le nostre idee si succedono costantemente: ad ogni istante un’idea ne caccia un’altra, un’idea ne rimpiazza un’altra. Una percezione è un tipo peculiare di idea, ne vedremo presto il perché. Un attimo fa voltando la testa da quella parte ho visto l’angolo della sala. Ora mi giro ed ho un’altra idea. Vado a spasso in una strada in cui mi conoscono: “Buongiorno Pietro!”, mi giro: “Buongiorno Paolo!”. Oppure sono le cose a cambiare: guardo il sole che cala a poco a poco finché non mi ritrovo al buio. È arrivata la notte. Simultaneità e successione della serie di idee. Detto questo, che succede ora? La nostra vita quotidiana non è fatta solo di idee in successione. Spinoza impiega il temine automaton: siamo, dice lui, degli automi spirituali. Non siamo noi ad avere delle idee ma sono le idee che si affermano in noi.

[Gilles Deleuze, Cosa può un corpo? Lezioni su Spinoza, prefazione e cura di Aldo Pardi, Verona, ombre corte 2010, pp. 46.47]