Assolutamente
Il libro venne fermato dal minculpop. Poi liberato, per intercessione di Arrigo Benedetti, pur che si togliessero parole volgari da qualche racconto. Anche il minculpop non aveva capito niente del mio messaggio, della mia invocazione alla rivolta. Forse mi ero troppo nascosto. Anche i lettori più attenti non vi capirono nulla. Effettivamente avevo fatto forse in modo che non si capisse niente. Ad ogni modo, quando il libro poté uscire, non venne diffuso. Anzi fu il meno diffuso, della collezione meno diffusa, dell’editore meno diffuso d’Italia. Io non so come abbia, anche il mio libro, potuto esaurirsi. Venne tenuto nascosto per qualche anno nel magazzino dell’editore. Nessuno mi ha mai richiesto di ristamparlo. L’offrii a Mondadori nel 1952, ma lo scrittore Cantoni, funzionario di quella casa editrice, mi fece capire, con gentilezza, che non era assolutamente il caso di parlarne.
[Antonio Delfini, Il ricordo del ricordo, in Autore ignoto presenta, op. cit., p. 292-293]