Promemoria

domenica 29 Aprile 2018

E Forse, alla fine, quel che scriviamo, quelli che scrivono, continuiamo tutti il primo libro di Zavattini, Parliamo tanto di me, si intitola, se non mi sbaglio.

Za

giovedì 10 Gennaio 2013

Clic

[da Volo in diretta di martedì]

Un signore

domenica 28 Ottobre 2012

e riguarda un signore che la moda, secondo me, la cosa più di moda che s’è messo dev’essere un tabarro, adesso forse un po’ esagero ma mica tanto e quel signore lì, che è uno dei cineasti italiani più conosciuti al mondo, e che ha scritto, tra le altre cose, una dimostrazione dell’esistenza di Dio, (in una poesia intitolata Dio che dice: “Dio c’è, / se c’è la figa c’è. / Solo lui poteva / studiare una cosa così, / sta in mano come una passerottina, / piace a tutti a tutti, / in cielo in mare in terra, / quella di una vacca, / quella di una regina. / Appena la tocchi cambiamo faccia, / ci pensiamo anche / se non ci si pensa. / Fa anche dei miracoli, / un muto per invocarla / gli è tornata la voce, / un altro inginocchiato un’ora davanti / la baciava / e diceva delle parole / in aramaico, / fino a quando ci si è / addormentato sopra come un bambino. / Ah se potessi spiegarmi. / Ma dei fatti / esempio ancora nascere e morire / non è mica facile dire di più”), quel signore lì, dicevo, che è nato nel 1902 e che è stato, tra le altre cose, l’inventore dell’audiolibro, quel signore lì che ha fatto sì che il suo paese, Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, diventasse il principale centro italiano dell’arte naïf, che c’eran dei suoi concittadini che quando lo vedevano gli veniva da piangere perché, convincendoli a dipingere, gli aveva cambiato la vita, quel signore lì, nel 1960, ha comperato la casa dove è nato, nel centro di Luzzara, e il caffè che c’era sotto, il caffè dei suoi genitori, il caffè Zavattini, che erano caffettieri, gli Zavattini, e quel signore lì, che si chiamava Cesare Zavattini, di sé diceva di avere la sindrome del caffettiere, che quando qualcuno ordinava, lui arrivava e gli portava il caffè, e dopo averla comprata ha scritto, nei suoi diari il 7 marzo del 1960 «Sono andato a Luzzara per via della mia casa natale che ho comperato e così sono felice. Non ho comperato che dei ricordi molto tristi, angosciosi, ma siamo fatti così, e sono felice, ripeto, di questa grande malinconia». Continua a leggere »

Un paese

venerdì 19 Ottobre 2012

Confermo che quando torno al mio paese appena ne vedo la torre, con l’autista, o altri comincio istintivamente a parlare in dialetto.

[Cesare Zavattini, A vrés, Suzzara, Bottazzi sd, p. 120]