Sull’apocatàstasi

martedì 9 Febbraio 2016

calligrafia

Secondo Walter Benjamin «Ci sono pochi narratori che abbiano mostrato, come Leskov, un’affinità così profonda con lo spirito della favola». E questo spirito, secondo Benjamin, ha a che fare con la dogmatica della chiesa greco-ortodossa.
«Una parte importante, in questa dogmatica, è svolta, com’è noto, dalle teorie di Origène, respinte dalla chiesa romana, sull’apocatàstasi: l’ingresso di tutte le anime in Paradiso: Leskov era molto influenzato da Origène. In armonia con la fede popolare russa, egli interpretava la risurrezione (più che come una trasfigurazione) come la liberazione da un incantesimo».
Cioè Leskóv, nei suoi racconti, immagina un mondo dove van tutti in paradiso, cioè un paradiso che non sembra neanche un paradiso.

La materia da cui nascono le storie

venerdì 27 Febbraio 2015

Walter Benjamin, Angelus Novus

Ma sta di fatto che non solo il sapere o la saggezza dell’uomo, ma soprattutto la sua vita vissuta – che è la materia da cui nascono le storie – assume forma tramandabile solo nel morente. Come, allo spirare della vita, si mette in moto, all’interno dell’uomo, una serie di immagini – le vedute della propria persona in cui ha incontrato se stesso senza accorgersene –, così l’indimenticabile affiora d’un tratto nelle sue espressioni e nei suoi sguardi e conferisce a tutto ciò che lo riguardava l’autorità che anche l’ultimo tapino possiede, morendo, per i vivi che lo circondano. Questa autorità è all’origine del narrato.

[Walter Benjamin, Considerazioni sull’opera di Nicola Leskov, in Angelus Novus, a cura di Renato Solmi, Torino, Einaudi 1995, p. 258]

La lunga serie degli anni

mercoledì 26 Dicembre 2012

Trovandosi ora Hebel, nel corso di questo racconto, nella necessità di far sentire la lunga serie degli anni, egli lo fa con le frase seguenti: «Nel frattempo la città di Lisbona fu distrutta da un terremoto, e passò la guerra dei sette anni, e morì l’imperatore Francesco I; fu soppresso l’ordine dei Gesuiti, e fu divisa la Polonia, e morì l’imperatrice Maria Teresa, e fu giustiziato Struensee. L’America si liberò, e la forza unita dei francesi e degli spagnoli non poté occupare Gibilterra. I turchi circondarono il generale Stein nella fossa dei veterani in Ungheria, e morì anche l’imperatore Giuseppe. Il re Gustavo di Svezia conquistò la Finlandia russa, e cominciò la rivoluzione francese e la lunga guerra, e anche l’imperatore Leopoldo II scese nella tomba. Napoleone conquistò la Prussia, e gli inglesi bombardarono Copenaghen, e i contadini seminarono e mieterono. Il mugnaio macinò, i fabbri martellarono, e i minatori scavarono in cerca di vene metallifere nella loro officina sotterranea. Ma quando i minatori a Falun, nell’anno 1809…»
Mai narratore ha calato più profondamente il suo racconto nella storia naturale di quanto faccia Hebel in questa cronologia. La si legga con attenzione, e si vedrà che la morte appare in essa a turni così regolari come l’uomo con la falce nelle processioni che si svolgono a mezzogiorno intorno all’orologio della cattedrale.

[(Peter Hebel, Insperato incontro, in) Walter Benjamin, Considerazioni sull’opera di Likolaj Leskov, in Angelus novus. Saggi e frammenti, a cura di Renato Solmi, Torino, Einaudi 1995, pp. 259-260]

Cosa si ascolta volentieri

martedì 31 Luglio 2012

L’esperienza che passa di bocca in bocca è la fonte a cui hanno attinto tutti i narratori. E fra quelli che hanno messo per iscritto le loro storie, i più grandi sono proprio quelli la cui scrittura si distingue meno dalla voce degli infiniti narratori anonimi. Questi ultimi si dividono in due gruppi che peraltro si compenetrano in molti sensi. E il personaggio del narratore acquista tuta la sua fisica concretezza solo per chi li tenga presenti entrambi. «Chi viaggia, ha molto da raccontare», dice il detto popolare, e concepisce il narratore come quello che viene da lontano. Ma altrettanto volentieri si ascolta colui che, vivendo onestamente, è rimasto nella sua terra, e ne conosce le storie e le tradizioni.

[Walter Benjamin, Considerazioni sull’opera di Nicola Leskov, in Angelus Novus, a cura di Renato Solmi, Torino, Einaudi 1995, p. 248]

Ma guarda

domenica 16 Agosto 2009

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L’esperienza che passa di bocca in bocca è la fonte a cui hanno attinto tutti i narratori. E fra quelli che hanno messo per iscritto le loro storie, i più grandi sono proprio quelli la cui voce si distingue meno dalla voce degli infiniti narratori anonimi.

[Walter Benjamin, Il narratore. Considerazioni sull’opera di Nikolaj Leskov, in Angelus Novus. Saggi e frammenti, Traduzione e introduzione di Renato Solmi, Torino, Einaudi 1962, p. 247]