lunedì 6 Aprile 2020
Uno diceva che non voleva leggere libri sui buoni. Che gli piacevano i libri che parlavano di delinquenti, falliti e farabutti e che il suo personaggio preferito era un disertore che vendeva dei cani rubati.
[Vladimir Vojnovič, Il colbacco, in Rep. dei mat. del. let. rus., in pr.]
domenica 3 Novembre 2019
Agli organi egli aveva dedicato la vita intera; agli organi aveva sacrificato la salute. Egli aveva sempre lavorato negli organi; nel loro nome aveva imprigionato, e da essi era stato a sua volta imprigionato prima, riabilitato poi. Tuttavia, la devozione e la sincerità con le quali aveva seguitato a servirli anche in seguito gli erano valsi l’Ordine dell’amicizia tra i popoli il, distintivo di Čekista onorario ed il titolo di Lavoratore benemerito della cultura che qualche umorista aveva subito abbreviato – c’era da dubitarne? – nel ben poco decoroso acronimo di LAVBENCUL.
[Vladimir Vojnovič, Il colbacco, traduzione di Cristina d’Audino, Torino, Einaudi 1999, pp. 57-58]
sabato 2 Novembre 2019
In ognuno dei suoi racconti (inizialmente Efim scriveva racconti), delle sue storie (poi cominciò a scrivere storie, un po’ più lunghe dei racconti), e dei suoi romanzi (alla fine scriveva unicamente romanzi), le persone sembravano frutto di una selezione a tal punto erano tutte quante per bene, meravigliose, una meglio dell’altra.
Efim mi assicurava che i suoi personaggi esistevano anche nella vita reale. Da bravo scettico io nutrivo seri dubbi. A mio parere gli uomini non cambiano mai e ritengo che persino su un iceberg alla deriva un collettivo di sovietici conterà sempre e comunque carrieristi di Partito, piccoli delatori e, statene certi, almeno un effettivo del Comitato per la sicurezza nazionale [meglio noto come Kgb]. E questo perché in condizioni di particolare isolamento e di prolungato distacco dalla madre patria anche nelle persone più indomite può manifestarsi il desiderio di esprimere pensieri ideologicamente immaturi o di raccontare barzellette ambigue sotto il profilo politico.
[Vladimir Vojnovič, Il colbacco, traduzione di Cristina d’Audino, Torino, Einaudi 1999, pp. 4-5]