Mezzemaniche

sabato 19 Febbraio 2022

La reputazione rivoluzionaria resiste soltanto ancora perché non procede l’edificazione dello stato. Dopo il terrore rosso, esaltante, sanguinoso della rivoluzione attiva, venne in Russia il terrore ottusi, silenzioso, nero della burocrazia, il terrore della penna e del calamaio. Si potrebbe dire: quando Dio, nella Russia sovietica, dà a qualcuno un impiego, gli dà anche una psicologia borghese. Con una creatura così borghese come è Dio, secondo l’opinione di tutti i marxisti incalliti, la cosa non mi meraviglierebbe. Ma quando è un potere rivoluzionario ad assumersi la funzione divina di attribuire gli impieghi, allora non si può non stupirsi che nella Russia di oggi lo spirito piccolo-borghese da mezzemaniche determini in così larga misura la vita pubblica, la politica interna, la politica culturale i giornali l’arte, la letteratura e gran parte della scienza. Tutti sono impiegati. Ogni persona che passa per strada porta un distintivo. Ogni individuo è una sorta di agente pubblico.

[Joseph Roth, Viaggio in Russia, traduzione di Andrea Casalegno, Milano, Adelphi 1981, p. 10]

Gli abitanti di Pietroburgo

lunedì 15 Febbraio 2016

Joseph Roth, Viaggio in Russia

La piazza davanti al Palazzo d’Inverno è ampia, e la neve ne sfuma i confini. È smisurata come piazza quanto la Russia è smisurata come regno. Attraverso i vetri delle finestre, che hanno una tonalità giallastra, la si guarda come si guarda un lago gelato. Sale da essa una malinconia di pietra e di ghiaccio, come sale la nebbia da un lago vivo. Le persone che la attraversano sono minuscole, sembrano fiammiferi travestiti da uomini. Racchiusa tutt’intorno, unita alla città soltanto da strette vie d’uscita, è come un distacco della città da se stessa, un modo di esprimere il suo esser remota. Lo zar era minuscolo di fronte a questa piazza, un piccolo prigioniero.

[Joseph Roth, Viaggio in Russia, traduzione di Andrea Casalegno, Milano, Adelphi 2007 (9), p. 171]

Il presente

venerdì 29 Gennaio 2016

Joseph Roth, Viaggio in Russia

Un uomo non è piatto o banale solo perché guadagna tanti soldi, così come non è profondo o intelligente perché sta vicino a una macchina. Fra il lavoratore e il suo datore di lavoro, che si fronteggiano con tanta ostilità, ci sono più somiglianze di quel che entrambi non sappiano. Avere in comune il presente è un legame più forte che avere in comune un modo di pensare.

[Joseph Roth, Viaggio in Russia, traduzione di Andrea Casalegno, Milano, Adelphi 2007 (9), p. 13]