Una risposta
1. C’è stata una evoluzione importante nella tua scrittura, che in partenza era maggiormente affine all’autofiction mentre ora ha un importante lato saggistico, di confronto con i classici. Evoluzione o rivoluzione?
Quando devo parlare del modo in cui scrivo mi vien sempre in mente il paradosso del millepiedi, che io ho letto nella versione di Viktor Šklovskij in un libro che si chiama La mossa del cavallo, e che dice, più o meno, che c’è un millepiedi che incontra una tartaruga e la tartaruga gli chiede «Ma come fai a decidere di muovere prima il trecentotrentesimo e poi il settimo e poi il quarantaduesimo piede, ma tu sei bravissimo, sono ammirata, proprio», e il millepiedi è tutto contento e si mette a pensare a quale piede muovere prima e non riesce più a camminare. La mia risposta è: non lo so.
[10 domande a Paolo Nori a cura di Stefano Semeraro e Fabrizio Lombardo sull’ultimo numero di Versodove]