E se noi domani
Se dovessi fare una domanda a Walter Veltroni gli chiederei «Ma davvero lei pensa che noi ci abbiamo creduto, quando ha detto di non essere mai stato comunista?». Non mi è mai capitato di trovarmi nella condizione di fare delle domande a Walter Veltroni, ma mi è successo di sentire che altri gliele facessero, e l’ultima volta è successo qualche giorno fa, quando ho sentito, grazie all’archivio di Radio Radicale, la registrazione della presentazione romana, del 3 giugno scorso, del libro di Veltroni E se noi domani. L’Italia e la sinistra che vorrei. Presentavano il libro Sergio Chiamparino, Guglielmo Epifani, Eugenio Scalfari, Laura Boldrini e Walter Veltroni. Quando ha preso la parola Chiamparino io, che politicamente sono un po’ ingenuo, pensavo che Chiampiarino avrebbe chiesto a Veltroni «Ma davvero tu pensi che loro ci credono, quando dici di non essere mai stato comunista?», invece Chiamparino, che ha parlato per 10 minuti e 25 secondi, ha detto delle cose che io, che sono un po’ digiuno di politica, le ho capite non tanto bene, parlava di sinistra, diceva che si tirano dei rigori col portiere legato, e vanno a finire sul palo, diceva «Noi siamo parte della soluzione ma siamo parte anche del problema», non voglio dilungarmi ma proprio non si capiva mica tanto bene, secondo me, passiamo a Epifani. Epifani, che è stato presentato come segretario del PD, cosa che è effettivamente, anche se non sembra, io, che sono un po’ ingenuo, politicamente, credevo che avrebbe esordito dicendo a Veltroni «Ma davvero tu pensi che loro ci credano, quando dici di non esser mai stato comunista?», invece Epifani, che ha parlato 9 minuti e 43 secondi, ha parlato dell’eterno presente, del progetto, cioè qualcosa in grado di orientare un destino comune, di una fatica smarrita, della paura che la crisi ingenera, non voglio dilungarmi ma proprio non si capiva tanto bene, passiamo a Scalfari. Continua a leggere »