lunedì 19 Gennaio 2015
Secondo me la tradizione dello scrittore dipende da un certo deposito comune di norme letterarie che, esattamente come quello dell’inventore, è costituito dalla somma delle possibilità tecniche del suo tempo.
[Viktor Šklovskij,La costruzione del racconto e del romanzo, in Una teoria della prosa, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, Garzanti 1974, p. 103]
venerdì 16 Gennaio 2015
La via dell’arte è un sentiero tortuoso, su cui il piede va avanti a tentoni, un sentiero che procede a zig-zag. Le parole si chiamano: la parola sente la parola come la guancia sente la guancia. I vocaboli si separano l’uno dall’altro e invece di quel blocco compatto che è la parola pronunciata automaticamente, espulsa come una tavoletta di cioccolata da un distributore automatico, sorge la parola-suono, una parola che è un movimento chiaramente articolato. Anche la danza è un movimento percepito, o meglio un movimento costruito in modo che lo si percepisca. Erodoto racconta la seguente storia: un giovane si lasciò talmente trascinare dalla danza in occasione delle sue nozze da mettersi a ballare su un tavolo, rovesciarvisi a testa in giù e scalciare in aria con le gambe. Adirato il re, padre della sposa, gli gridò: «Figlio di Tisandro, tu hai perso la moglie ballando!» «Non me ne importa» rispose lo sposo, e continuò a ballare.
[Viktor Šklovksij, Rapporti tra gli artifici della costruzione della trama e i comuni artifici stilistici, in Una teoria della prosa, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, Garzanti 1974, p. 36]
venerdì 16 Gennaio 2015
«Perché danzare sulla corda e fare per giunta una riverenza ogni quattro passi?». Questa l’opinione di Saltykov-Ščedrin sulla poesia.
[Viktor Šklovksij, Rapporti tra gli artifici della costruzione della trama e i comuni artifici stilistici, in Una teoria della prosa, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, Garzanti 1974, p. 35]