Archeologia

mercoledì 13 Aprile 2016

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Stavo leggendo un libro di Umberto Eco che si intitola Come viaggiare con un salmone, che è il primo libro della Collana I delfini della nuova casa editrice di Elisabetta Sgarbi La nave di Teseo, e è una raccolta di articoli di Eco come quello intitolato Come non usare il fax che comincia così: «Il telefax è veramente una grande invenzione. Per chi non lo sapesse ancora, ci mettete dentro una lettera, fate il numero del vostro corrispondente, e in pochi secondi colui la riceve».
Che è una frase dove ci sono per lo meno due cose interessanti in una frase sola, la presentazione del fax (o, meglio, del telefax) come una novità, che mi ricorda il titolo di un romanzo di qualche anno fa di Sebastiano Vassalli, Archeologia del presente, e quel pronome, «colui», che nessuno probabilmente oggi userebbe più, in una prosa giornalistica; una lettura molto interessante, questo libro di Umberto Eco, solo che non ho provato, l’altro giorno, a leggere questo articolo sul fax e gli altri articoli di Umberto Eco che ho letto l’altro giorno al mattino, nessun piacere di nessun tipo.

[è un pezzetto di un articolo che dovrebbe uscire venerdì su Libero, forse]

Ma guarda

martedì 24 Agosto 2010

ll libro di Umberto Eco Sette anni di desiderio, per via della collocazione (S* 858 ECO U), nella biblioteca Sala Borsa di Bologna è di fianco al libro di Oriana Fallaci La rabbia e l’orgoglio (S* 858 FALLO) e ai libri di Emilio Fede La cena dei cretini e Ladro d’amore (S* 858 FEDEE).