Saggia apostrofe a tutti i caccianti
Fermi! Tanto
non farete mai centro.
La Bestia che cercate voi,
voi ci siete dentro.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 590]
Fermi! Tanto
non farete mai centro.
La Bestia che cercate voi,
voi ci siete dentro.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 590]
Orsù, cantiam, cantiamo.
Cantiamo con voce giuliva.
La nascita provvisoria.
La morte definitiva.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 434]
1.
Vi sono casi in cui accettare la solitudine può significare attingere Dio. Ma v’è una stoica accettazione più nobile ancora: la solitudine senza Dio. Irrespirabile per i più. Dura e incolore come un quarzo. Nera e trasparente come l’ossidiana. L’allegria ch’essa può dare è incredibile. È l’adito – troncata netta ogni speranza – a tutte le libertà possibili. Compresa quella (la serpe che si morde la coda) di credere in Dio, pur sapendo – definitivamente – che Dio non c’è e non esiste.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 439]
1.
Già ho toccato la meta?
Son già anch’io, sul pianeta,
soltanto uno dei suoi tanti
– smarriti – disabitanti?
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 837]
Presta bene orecchio,
amico, a quel che ti dico.
Tu miri contro uno specchio.
Sparerai a te stesso, amico.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 593]
Imbrogliare le carte,
far perdere la partita.
È il compito del poeta?
Lo scopo della vita?
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 511]
Presto sarò chi sono.
(Io)
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 511]
Sassate
Ho provato a parlare.
Forse, ignoro la lingua.
Tutte frasi sbagliate.
Le risposte: sassate.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 511]
Preghiera
d’esortazione o d’incoraggiamento
Dio di volontà,
Dio onnipotente, cerca
(sforzati!), a furia d’insistere
– almeno – d’esistere.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 511]
Per quanto tu ragioni, c’è sempre un topo – un fiore – a scombinare la logica. Direi che tutto nel tuo ragionamento è perfetto, se non avessi davanti questo prato di trifoglio. E sarei anche d’accordo con te, se nella mente non mi bruciasse (se non mi bruciasse la mente – con dolcezza) quell’odore di tannino che viene dalla segheria sotto la pioggia: quell’odore di tronchi sbucciati (d’alba e d’alburno), e non ci fosse il fresco delle foglie bagnate come tanti lunghi occhi, e il persistente (ma sempre più sbiadito) blu della notte.
[Giorgio Caproni, Tutte le poesie, Milano, Garzanti 2013 (8), p. 511]