A cosa serve Trenitalia

martedì 15 Novembre 2011

Cinque anni fa, nel 2006, mi ha chiamato Silvia Mantovani, della fondazione Fossoli; Fossoli è una località vicino a Carpi dove c’era il campo di concentramento dal quale, nella seconda guerra mondiale, partivano i deportati per i campi di sterminio del nord Europa.
Silvia mi ha detto che la fondazione Fossoli organizzava, da qualche anno, un viaggio per 600 studenti delle scuole superiori della provincia di Modena, e che questi studenti erano accompagnati da storici, musicisti, registi, scrittori e testimoni; un viaggio in treno da Carpi ad Auschwitz; lo stesso viaggio fatto, settant’anni fa, da Primo Levi e da tanti altri insieme a lui.
Silvia mi ha chiesto, cinque anni fa, se volevo andare anch’io, si partiva il 25 di gennaio in modo da essere sui campi il giorno della memoria, il 27.
Io mi ricordo di averle detto che a me, il giorno della memoria, era una cosa che mi ricordava un po’ le notti bianche. Le notti bianche, per come le capisco io, son delle notti che dall’alto, il sindaco, per dire, ti ordina di uscire e di star fuori tutta la notte; il giorno della memoria è un giorno che dall’alto, il parlamento, per dire, ti ordina di ricordare e ti dicono anche che cosa, devi ricordare. “Ecco, – ho detto a Silvia cinque anni fa, – a me, per come son fatto, viene da uscire un altro giorno, e da ricordare un’altra cosa, in quei giorni lì”. E mi aspettavo che Silvia mi dicesse “Ho capito, grazie, scusa se ti ho disturbato”, e mettesse giù. Invece mi ha detto: “Ma sai che un po’ anch’io la penso così? Perché non vieni a dirle sul treno, queste cose qui?”. E allora, non so, sono andato. Continua a leggere »