Il polipo bacione

sabato 22 Maggio 2021

C’era una volta una bambina che si chiamava in un modo che non ve lo dico. Questa bambina qui, con il suo babbo, che si chiamava anche lui in un modo che non ve lo dico, a un certo momento avevano cominciato a giocare al polipo bacione.

[Favola così corta che non ha neanche il titolo, in Tredici favole belle e una brutta, nuova edizione, esce in settembre per BUR]

Una favola dentro le favole

giovedì 18 Agosto 2016

favole

[L’altro giorno, a Bologna, al parco di Villa Angeletti, Bruno Stori ha letto una favola che io me l’ero scordato, che c’era anche quella favola lì]

«Sì» mi ha detto lui, «guardi, non me ne parli, io ho tutte queste favole che mi vengono fuori una dopo l’altra, non so cosa fare, ma sono belle, sa, solo che sono troppe, io un giorno feriale» mi ha detto, «mediamente, io son capace che mi vengono fuori centossessantatre centossessantaquatro favole al giorno, non parliamo poi del sabato e della domenica, il sabato e la domenica è festa una volta sono arrivato anche a milleduecentoquaranta.»
«Eee» gli ho detto io, «addirittura.»
«Non ci crede?» mi ha detto lui, «facciamo una prova? Guardi» mi ha detto, e s’è messo a tossire, «ha visto?» mi ha detto.
«Cos’ho visto?»
Lui ha tossito ancora ha detto ancora: «Ha visto?»
Io mi son guardato intorno non c’era niente, «Cos’ho visto?» gli ho detto.
«Ah» mi ha detto lui, «ma lei, ma lei… scusi» mi ha detto poi dopo, «ma lei non scrive delle favole?»
«Eh» gli ho detto io, «sì, scrivo delle favole.»
«E le scrive senza tossire?»
«Eh» gli ho detto io, sì, «le scrivo senza tossire.»
«Ma pensa» mi ha detto lui. «Chissà che favole strane che scrive.»
Che, lì, lo so che non dovevo, ma mi è un po’ venuto il nervoso, a sentire che secondo lui scrivevo delle favole strane, «Perché» gli ho detto, «le sue invece sono normali?»
«Le mie?» ha detto lui, e poi ha tossito. Una tosse secca, cattiva.
«Sì» ha detto poi dopo aver tossito, «sono normali. Cioè» ha detto, «dipende, alcune normali alcune mica tanto normali» ha detto, e poi ha tossito ancora sempre quella tosse secca che è andato avanti tanto, questa volta, sembrava che non dovesse più smettere invece poi ha smesso e come ha smesso mi ha detto: «Ecco, son pronto, la vuole sentire?»
«Che cosa?» gli ho detto io.
«Una delle mie favole» mi ha detto lui.
«Certo» gli ho detto io, «che la voglio sentire.»
«Una volta» mi ha detto lui, «tanto tanto tempo fa, ma tanto, eh?, forse mille anni fa, c’era una bambina, che era figlia di un carbonaio, un signore molto povero, e della moglie del carbonaio, che era una signora buonissima che stava benissimo.
«Questa bambina, che si chiamava Neraneve, non era tanto buona, c’è da dire, e quando ha avuto, quanti anni avrà avuto, sedici anni, è scappata di casa.
«I suoi genitori erano molto preoccupati e hanno mandato a cercarla un loro amico, che di mestiere faceva il vegetariano, solo che Neraneve se n’è accorta, che il vegetariano la seguiva, e allora è scappata nel fitto del bosco e cammina cammina, in mezzo agli animali, alle piante, a un bel momento, nel bel mezzo del bosco, in una specie di radura, si è imbattuta in una casetta molto signorile, una specie di villetta a schiera, con dei gerani alle finestre, molto pulita, molto ordinata, ed è entrata, c’era una tavola, con sette seggiole, e sette stanze da letto, e sette bagni, e sette… non so cosa, e lei, Neraneve, era così stanca, che s’è buttata per terra, sopra un tappeto, s’è messa a dormire.
«Era la casa, devi sapere, dei sette giganti, che erano sette giocatori di pallacanestro che si chiamavano Dottone, Gongolone, Eolone, Cucciolone, Brontolone, Mammolone e Pisolone.
«In quel momento lì, i sette giganti erano in palestra, a lavorare, solo che dopo poi di sera eran tornati avevan trovato Neraneve che dormiva sul tappeto l’avevan svegliata le avevano chiesto che cosa faceva lì, e Neraneve aveva detto che era scappata di casa se la potevan tenere con loro che la loro casa a lei le piaceva moltissimo che, se loro le permettevan di restare, lei gliela metteva un po’ in disordine, e loro ci avevan pensato un po’ e poi avevano detto: “Massì, abbiam proprio bisogno di un po’ di disordine.”
«E dopo allora erano andati avanti così per un po’, che loro andavano a giocare a pallacanestro e Neraneve restava a casa in pigiama a fumare e a mangiare delle merendine, delle girelle, dei buondì, delle cose così, mangiava un sacco di yogurt, una volta era passata una vecchia, da quelle parti, Neraneve le aveva offerto uno yogurt, solo che lo yogurt era scaduto la vecchia era stata male era morta, allora Neraneve l’aveva seppellita nell’orto che aveva paura che qualcuno le desse la colpa che non era sicura, che era stata male per lo yogurt, che secondo lei era stata male così, perché era vecchia, che va be’ che lo yogurt era scaduto, però morire, per uno yogurt scaduto, le sembrava un po’ troppo, però non si sa mai, l’aveva seppellita sul retro della casa e poi una volta, una mattina, Neraneve davanti a casa aveva visto un principe morto, dentro una tomba di cristallo, l’aveva baciato il principe era risuscitato le aveva detto: “Che bello, sposiamoci, che diventi la mia regina e viviamo tutti felici e contenti!”, e Neraneve ci aveva pensato poi aveva detto: “Sai cosa? Io preferisco star qui a mangiar degli yogurt”, e così finisce la favola, ti piace?» mi aveva detto il vecchio.
E io l’avevo guardato, avevo scosso la testa avevo detto: «Eh».

2 agosto – Bologna

martedì 2 Agosto 2016

Martedì 2 agosto,
a Bologna,
a Villa Angeletti,
intorno alle 19 (circa),
Bruno Stori legge
tre favole da
Tredici favole belle e una brutta
(c’è anche un giro in bicicletta, ci si può iscrivere
qui: clic)

9 agosto – Bologna

martedì 26 Luglio 2016

Martedì 9 agosto,
a Bologna,
a Villa Angeletti,
alle 19 e 30 circa
Bruno Stori legge
tre favole da
Tredici favole belle e una brutta
(c’è anche un giro in bicicletta, ci si può iscrivere
qui: clic)

ANNULLATO PERCHé PENSANO CHE CI SAREBBE POCA GENTE, SE NON HO CAPITO MALE

26 luglio – Bologna

martedì 26 Luglio 2016

Martedì 26 luglio,
a Bologna,
a Villa Angeletti,
intorno alle 19 e 30,
Bruno Stori legge
tre favole da
Tredici favole belle e una brutta
(c’è anche un giro in bicicletta, ci si può iscrivere
qui: clic)

20 novembre – Firenze

mercoledì 20 Novembre 2013

Mercoledì 20 novembre,
a Firenze,
a Palazzo Strozzi,
sala Ferri,
alle 10,
conferimento
del premio di letteratura per ragazzi
Laura Orvieto
a
Tredici favole belle e una brutta.

16 settembre – Bologna

domenica 16 Settembre 2012

Domenica 16 settembre,
alle ore 16,
a Bologna,
alla libreria Giannino Stoppani,
in via Rizzoli 1/F,
Tredici favole belle e una brutta

9 settembre – Mantova

domenica 9 Settembre 2012

Domenica 9 settembre,
a Mantova,
al Festivaletteratura,
alle 15 e 45
(è la cosa numero 206)
nella Cappella di palazzo del mago,
io leggo da Tredici favole belle e una brutta,
Yocci disegna da Tredici favole belle e una brutta,
in diretta e dal vivo.

E una brutta

lunedì 20 Agosto 2012

[Clic]

[a Pievepelago con Mirco Ghirardini]

Una nota biografica (prove)

venerdì 22 Giugno 2012

Paolo Nori è nato a Parma, che è un posto tra Milano e Bologna dove fanno il prosciutto di Parma, il salame di Parma e il formaggio di Parma (il parmigiano) e abita a Casalecchio di Reno, che è un posto vicino a Bologna dove ci passa un fiume che si chiama Reno. Di mestiere scrive dei libri per grandi, questo è il suo primo libro per bambini; siccome non sapeva come si scrivono, i libri per bambini, ogni favola che scriveva la leggeva a una bambina di sette anni per capir se era bella. Se a lei la favola non piaceva, Paolo Nori (che, vi dico un segreto, sono poi io) la buttava via. Se le piaceva, la metteva dentro. Allora quella bambina (che, vi dico un segreto, è mia figlia) è per quello, che adesso dice che le favole che ci sono qua dentro son tutte belle; lui (cioè io) Paolo Nori, è convinto che ce n’è finita anche una brutta.

[Per Tredici favole belle e una brutta (esce a fine agosto)]